News

Boccadoro: Concerto per pianoforte e orchestra a Milano

Boccadoro: Concerto per pianoforte e orchestra a Milano

Il 30 gennaio la Filarmonica della Scala, diretta da Riccardo Chailly, eseguirà la prima assoluta del Concerto per pianoforte e orchestra scritto da Carlo Boccadoro per Beatrice Rana, su commissione di Francesco Micheli.
Il concerto (in tre movimenti : Rent - Diminuendo and Crescendo e Toodle-Oo ) è dedicato alla memoria di Duke Ellington. Come spiega il compositore  il brano  fa ampio uso di tecniche pianistiche derivate dal mondo del jazz, in particolare quello dei primi anni Venti del XX° secolo, come il Jump, lo stride piano e il rag, [...] E’ una partitura che richiede sia al solista che all’orchestra [...] virtuosismi sfrenati  che si accumulano nel corso dei  tre movimenti  fino a culminare  in una grande cadenza finale dall’effetto spettacolare.
Rivolgiamo alla giovane pianista Beatrice Rana, alcune domande. 

Quante prime assolute ha eseguito Lei finora? Come affronta un nuovo brano e in che modo si differenzia il Suo approccio rispetto al repertorio tradizionale?
Ho sempre avuto un grande interesse per la musica contemporanea e, avendo studiato composizione per molti anni, ho avuto modo di conoscerla e analizzarla più da vicino oltre che suonarla in concerto. Nonostante ciò, di prime assolute vere e proprie non ne ho mai fatte finora: nei concorsi internazionali molto spesso è richiesto di studiare e suonare un brano commissionato appositamente dal concorso, ma in ambito concertistico non mi è mai capitato di “dare alla luce” un brano.  Che sia contemporanea o classica, il mio approccio è pressoché identico. Il vantaggio della musica contemporanea è che non è vittima di tradizioni di interpretazione sedimentatesi negli anni. Non c’è nessun filtro fra spartito ed interprete. 

Molti giovani concertisti sono interessati esclusivamente al repertorio classico. Cosa Le piace della musica contemporanea e perché ha accettato questa sfida.
Mi piace perché mi permette di sfruttare il 100% delle mie risorse interpretative. Molto spesso, quando si tratta di brani di repertorio, l’interpretazione è veicolata dall’ascolto di tali brani suonati da svariati musicisti. Al contrario, la possibilità di mettere a frutto tutte le capacità analitiche ed emotive su un terreno vergine è molto affascinante e motivante.

Lei ha già lavorato con grandi direttori italiani. Le è capitato che le suggerissero  una diversa interpretazione dei concerti  che Lei ha in repertorio?
Certo! A meno che le visioni non siano l’una agli antipodi dell’altra (caso comunque rarissimo), trovo illuminante conoscere, capire ed eventualmente adottare scelte interpretative differenti. L’interpretazione d’altro canto è un processo di continua ricerca, dunque avere altre fonti d’ispirazione che la alimentino è un grande privilegio.

Con questo concerto di Carlo Boccadoro Lei ritorna a lavorare con Riccardo Chailly. Come è stata la Sua esperienza?
Magnifica. Ho avuto modo di suonare il concerto di Schumann con il Maestro Chailly e la Filarmonica della Scala lo scorso settembre ed è stata un’esperienza intensa, sia a livello emotivo che intellettuale. 

Questo concerto è un omaggio a Duke Ellington e  Boccadoro lo ha scritto per Lei. Può darci qualche anticipazione su questo lavoro? Mentre lo studiava, ha sentito l’esigenza di parlare con il compositore?
Uno dei vantaggi del suonare musica contemporanea è proprio la possibilità di poter interagire con il compositore. Prima che iniziassi a leggere il concerto abbiamo avuto una chiacchierata sull’ispirazione che lo ha portato a comporre questo brano; successivamente ci siamo incontrati per lavorarlo insieme.
E’ un lavoro di una carica energetica pazzesca, di virtuosismo estremo e di una serie di botta e risposta serrati fra pianista e orchestra. E’ incredibile come Boccadoro abbia rivisitato tutte quelle tecniche di oltre cent’anni fa in chiave assolutamente originale. 

Il 2016 sta finendo. Quali sono stati gli obiettivi.
Il 2016 è stato un anno bellissimo. L’obiettivo più grande era la registrazione delle Variazioni Goldberg di Bach che uscirà a febbraio prossimo per Warner Classics: un’avventura incredibile, estremamente impegnativa e appagante allo stesso tempo. 
E’ stato un anno di bellissime collaborazioni con direttori, orchestre e - in ambito cameristico - con grandi musicisti. Un anno coronato anche da grandi soddisfazioni come il Premio Abbiati e il Borletti Buitoni Fellowship. 

Cosa si aspetta dal 2017. Quali i progetti ? e quali speranze nell’ambito musicale ma non solo?
Uno dei progetti musicali più interessanti riguarda proprio la musica contemporanea: sono molto emozionata per la prima assoluta di Boccadoro, e ho anche commissionato a Luca Francesconi un brano che suonerò in recital a partire da febbraio. 
Ci sarà anche un’altra prima assoluta, questa volta però di un festival di musica da camera che ho deciso di creare nella mia terra natale e che porterà in Salento alcuni dei migliori musicisti del panorama internazionale.
Insomma, spero che il 2017 mi permetta di fare musica in maniera sempre migliore e che la mia vita, per quanto “nomade”, sia sempre arricchita dell’affetto della mia famiglia e dei miei amici. 

Foto di Marie Staggat

Torna indietro