Gioachino Rossini: Il signor Bruschino

Rossini Critical Edition

A cura di Arrigo Gazzaniga (1986)

Un volume pp. XXXV, 426 + commento critico pp. 79
GR 06
Partitura da studio
PR 1398
Riduzione canto e piano
CP 133893

Il signor Bruschino è l’ultima delle cinque farse composte da Rossini a Venezia tra il 1810 e il 1813; l’opera andò in scena al Teatro di San Moisè il 27 gennaio 1813.

L’edizione critica pubblica tutta la musica eseguita nel corso della prima rappresentazione dell’opera assumendo come fonte principale il manoscritto autografo che contiene tutti i numeri musicali di mano di Rossini e i recitativi secchi preparati da un ignoto collaboratore, secondo una prassi consueta per l’epoca; viene chiarito il registro vocale del personaggio del Commissario di Polizia. Rossini scrisse il ruolo per il tenore Gaetano dal Monte, primo interprete anche della parte di Bruschino figlio, ma l’ignoto compositore dei recitativi notò sempre la sua parte in chiave di basso. L’edizione critica adotta il registro vocale scelto da Rossini. Inoltre nei recitativi il personaggio è designato come “Delegato” (non “Commissario”) dall’anonimo collaboratore di Rossini; anche il libretto stampato in occasione della prima rappresentazione veneziana designa come “Delegato” questo personaggio. È dunque probabile che i recitativi furono composti a partire dal libretto a stampa e quindi in una fase avanzata, quando il termine “Delegato” era subentrato a “Commissario” senza che questo cambiamento presentasse problemi metrici. L’edizione adotta ovunque “Commissario” (lezione rossiniana).

Nel Commento critico il curatore ricostruisce tutte le precedenti versioni dei passi corretti fornendo così una chiara disamina dei diversi strati compositivi che si sovrappongono sulla partitura autografa, con l’intento di favorire la comprensione del procedimento compositivo di Rossini.

L’Introduzione storica, oltre alla consueta ricostruzione della genesi e della fortuna dell’opera, contiene una sezione dedicata ai Problemi particolari di natura esecutiva. In particolare discute ampiamente il celeberrimo passaggio della Sinfonia nel quale i violini secondi sembrerebbero incaricati di battere con il legno degli archi sui paralumi o sottolumi di latta posti sui leggii (secondo quanto riportato dalle cronache coeve). L’edizione, sulla base di un attento esame della notazione rossiniana, suggerisce una possibile alternativa esecutiva.

Il testo verbale è desunto principalmente dalla partitura autografa di Rossini; quando questa fonte è incompleta o palesemente erronea l’edizione critica si appoggia al libretto a stampa edito in occasione della prima napoletana (soprattutto per integrare la punteggiatura – spesso carente nell’autografo – e le didascalie sceniche).