Gioachino Rossini: Il viaggio a Reims ossia L’albergo del Giglio d’Oro

Rossini Critical Edition

A cura di Janet Johnson (1996)

Quattro volumi pp. LXXIV, 942 + commento critico pp. 220
GR 23
Riduzione canto e piano
CP 133821

Il viaggio a Reims venne rappresentato la prima volta il 19 giugno 1825 alla presenza di Carlo X, in occasione della sua incoronazione. Quest’opera rivela un Rossini che non solo anticipa la successiva generazione di compositori italiani chiamati a Parigi, ma che si prepara ad affrontare le ampie e complesse strutture del grand opéra francese (Le Siège de Corinthe, altra opera di argomento politico, scritta ancora in collaborazione con Balochi, sarebbe stata rappresentata per la prima volta meno di sedici mesi dopo).

L’opera ha subito poi vari riadattamenti, con numero ridotto di cantanti e interpolazione di numeri: nel 1848 con il titolo Andremo a Parigi?, e nel 1854 come Un viaggio a Vienna. Dopo il 1854 l’opera scomparve definitivamente dalle scene. L’unica musica che ne portava il nome era una cosiddetta «Gran Sinfonia», confezionata molto più tardi con diverse danze di Le siège de Corinthe. Fatta eccezione per l’air de danse introdotta in Le siège de Corinthe, il solo lavoro autentico per il quale Rossini ha riutilizzato materiale del Viaggio a Reims è Le Comte Ory, rappresentato nel 1828.

L’edizione critica è stata realizzata sulla base di varie fonti relative alle sue varie rappresentazioni, conservate presso la Bibliothèque National de Paris, il Conservatorio Santa Cecilia di Roma e la Österreichischen Nationalbibliothek di Vienna.

Il problema principale per la realizzazione di questa edizione era rappresentato dalla mancanza di materiale autografo per circa metà della musica dell’opera, e dunque la necessità di recuperare materiali dalle fonti che incorporano le revisioni più tarde di questa musica.

Il 18 agosto 1984 una versione preliminare di questa edizione critica è stata rappresentata con la direzione di Claudio Abbado in una produzione di Luca Ronconi e Gae Aulenti. In quell’occasione si è potuto rilevare che malgrado un numero ampio di ruoli, nessuno dei quali particolarmente esteso, Il viaggio a Reims è un’opera che può essere ben rappresentata anche con cantanti di non grande esperienza.

Le ricerche sul testo dell’opera sono proseguite anche dopo il 1984. La lacuna più vistosa della edizione preliminare è stata colmata quando Philip Gossett ha riconosciuto il Coro del Finale (n. 9) «L’allegria è un sommo bene», come la parodia di un coro di Maometto II.

L’edizione critica ristabilisce la concezione originaria della composizione, ricostruendo l’ordine dei pezzi ed eliminando le parti spurie, tra cui la Sinfonia, che per molto tempo ha circolato con il titolo dell’opera. È stato infine possibile ricostruire il «Gran Pezzo Concertato» a 14 voci (n. 7), adattato per Le comte Ory e in seguito rivisto in modo diverso per entrambe le opere derivate (Andremo a Parigi? e Un viaggio a Vienna).