Gioachino Rossini: L’equivoco stravagante

Rossini Critical Edition

A cura di Marco Beghelli, Stefano Piana (2015)

Due volumi pp. LXXVI, 766 + commento critico pp. 222
GR 42

L’edizione critica dell’Equivoco stravagante è la prima realizzata per un’opera rossiniana della quale non è pervenuto autografo. Lo studio delle fonti secondarie ha permesso di individuare due versioni dell’opera: la prima preparata da Rossini prima dell’inizio delle prove del primo allestimento ottocentesco dell’opera e prima dell’intervento della censura, testimoniata da un solo manoscritto conservato oggi a Parigi presso la Bibliothèque nationale de France; la seconda coincidente con il testo effettivamente andato in scena a Bologna nel 1811, frutto di rimaneggiamenti dovuti ai pesanti interventi censori e a problemi contingenti legati alla realizzazione di  quell’allestimento (quali ad esempio la non perfetta forma fisica del tenore Berti, interprete del ruolo di Ermanno).

Testo principale dell’edizione è dunque la prima versione dell’opera, antecedente l’intervento della censura; tutte le varianti apportate in vista del debutto scenico dell’opera sono comunque registrate nell’ampio Commento critico, segnalate in nota a piè di pagina nel corso della partitura o riportate nell’Appendice II, così da permetterne l’esecuzione al moderno interprete.

Nell’ampia Prefazione alla partitura (sezione Elementi editoriali) sono inoltre discusse nel dettaglio tutte le problematiche di natura filologica e performativa legate ad ogni singolo numero musicale dell’opera. In particolare l’edizione: discute i problemi legati all’incertezza su quale Sinfonia debba aprire l’opera. Appurato che quasi certamente il perduto manoscritto autografo dell’opera non conteneva alcun brano strumentale d’apertura, l’edizione propone nel testo base la Sinfonia testimoniata da un completo set di parti staccate conservate nel fondo dell’Accademia Filarmonica di Ravenna; questo brano altro non è che una rielaborazione della Sinfonia nota per La cambiale di matrimonio, a sua volta rielaborazione della giovanile Sinfonia in Mib maggiore composta durante gli anni di studio al Liceo Musicale di Bologna. Nell’Appendice I è pubblicata la Sinfonia che apre il manoscritto di Parigi, brano di dubbia paternità rossiniana; per completezza documentaria offre in allegato la riproduzione anastatica di un’ulteriore sinfonia (in riduzione per pianoforte) testimoniata nella riduzione per pianoforte solo dell’intera opera preparata a Vienna nel 1826 da M. J. Leidersdorf.

L’edizione inoltre chiarisce i dubbi legati alla presunta cavatina sostitutiva per il personaggio di Buralicchio, quasi certamente mai eseguita nel corso del primo allestimento dell’opera in sostituzione dell’originario N. 2 della partitura, e discute l’impiego del Flautino (un flauto traverso di taglia una terza minore più acuta rispetto allo strumento ordinario) nel corso del N. 11 Introduzione Atto Secondo, fornendo al moderno esecutore le indicazioni per una sua sostituzione con i più comuni Flauto e/o Ottavino, qualora non si disponga di tale raro strumento.

L’edizione critica, infine, fornisce al moderno esecutore alcune generali informazioni di prassi esecutiva storicamente informata con particolare attenzione al rapporto numerico tra Violoncelli e Contrabbassi, alla scelta degli strumenti deputati alla realizzazione dei recitativi secchi, al principio stilistico dell’appoggiatura prosodica da introdursi all’impronta nelle linee vocali, alla prassi di introdurre varianti e abbellimenti.