Gioachino Rossini: L’occasione fa il ladro

Rossini Critical Edition

A cura di Philip Gossett, Giovanni Carli Ballola, Patrycia B. Brauner (1994)

Un volume pp. XXXIX, 544 + commento critico pp. 107
GR 13
Riduzione canto e piano
CP 134552

L’occasione fa il ladro è la quarta delle cinque farse composte da Rossini a Venezia tra il 1810 e il 1813; l’opera andò in scena al Teatro di San Moisè il 24 novembre 1812. L’edizione critica emenda gli errori e le incongruenze presenti nelle fonti e riconduce il testo musicale alla lezione originaria.

L’edizione pubblica tutta la musica eseguita nel corso della prima rappresentazione dell’opera assumendo come fonte principale il manoscritto autografo che contiene tutti i numeri musicali di mano di Rossini e i recitativi secchi preparati da un ignoto collaboratore, secondo una prassi consueta per l’epoca.

L’edizione critica ricostruisce con particolare attenzione l’originario statuto testuale dei recitativi secchi. Nella partitura autografa essi hanno subito numerosi interventi (segni di taglio, inserimento di pezzi di carta per coprire porzioni di testo musicale, etc.) successivi alla loro prima compilazione con l’intento di segnalare più che probabili modifiche legate alla storia esecutiva dell’opera. Le modifiche più significative sono pubblicate e commentate nel Commento critico.

I curatori affrontano anche un ulteriore aspetto connesso alla ricostruzione dei recitativi secchi originari: il testo verbale contenuto nel libretto stampato in occasione della prima rappresentazione non corrisponde a quello effettivamente intonato dall’ignoto collaboratore di Rossini; probabilmente il collaboratore compose i recitativi su una versione preliminare del testo, poi modificata nel libretto a stampa. Questa differenza ha ingenerato equivoci ed errori (nonché ha aperto la strada a numerosi e maldestri tentativi di uniformare i due testi) sia nelle fonti secondarie coeve, sia in edizioni più recenti. L’edizione critica ripristina dunque la lezione originaria.

Viene infine chiarito il registro vocale del personaggio di Martino. Rossini scrisse il ruolo per il basso buffo Filippo Spada, ma l’ignoto compositore dei recitativi notò sempre la sua parte in chiave di tenore. L’edizione critica trascrive perciò tutti i recitativi in chiave di basso (senza modificarne l’estensione, che gravita nel registro centrale della voce e che quindi si può adattare senza difficoltà anche a un basso buffo) adottando così il registro vocale scelto da Rossini.

L’Introduzione storica, oltre alla consueta ricostruzione della genesi e della fortuna dell’opera, contiene una sezione dedicata ai Problemi particolari di natura esecutiva. In particolare, viene affrontata la questione della riscrittura delle parti dei Fiati in alcuni passaggi del N. 4 Quintetto: è probabile che Rossini abbia rimesso mano all’orchestrazione durante le prove dell’opera; l’edizione pubblica, dunque, nel testo principale la versione rivista, ma propone nel Commento critico la trascrizione di quella precedente.