Gioachino Rossini: Maometto II

Maometto Secondo Rossini

A cura di Ilaria Narici (2023)

Edizione Critica | GR

Nell’ambito del progetto editoriale di restituzione degli opera omnia di Gioachino Rossini, la Fondazione intitolata al compositore ha deciso di riaffidare il lavoro di edizione critica di Maometto secondo (qui di seguito l’Edizione). Nel 1985 la Fondazione Rossini aveva affidato una revisione di Maometto secondo a Claudio Scimone. Tale edizione, basata sull’autografo e un solo testimone manoscritto, riguardava esclusivamente la prima rappresentazione dell’opera (Napoli 1820). Non era stata operata l’analisi di altri manoscritti musicali- come un’edizione critica deve prevedere - né era stato stilato il commento critico.

A distanza di qualche anno dalla scomparsa del curatore, essendo nel frattempo emersi altri autografi relativi all’opera e in considerazione del pessimo stato dei materiali musicali relativi all’edizione Scimone (in gran parte manoscritti e quasi illeggibili), la Fondazione Rossini ha ritenuto fosse giunto il momento di riprendere l’edizione critica con un progetto che prevede la ricostruzione della versione originale dell’opera (Napoli 1820), la sua ripresa (Venezia 1822) oltre ad uno studio correlato al rifacimento francese di Maometto secondo in Le siège de Corinthe.

L’autografo di Maometto secondo è composto da due volumi di 174 carte (vol. I) e 86 carte (vol. II) rilegato in cartoncino color avorio; la carta impiegata è di diverso formato e provenienza, la fascicolazione è disordinata e solo alcune sezioni prevedono la giustapposizione di carte e bifogli riferibili ad uno stesso brano. Il primo stadio del lavoro ha dunque comportato l’identificazione della musica e il riordino consequenziale dei vari brani e/o sezioni dell’opera. Il manoscritto contiene la musica (incompleta) di tre opere:

  • Maometto II – Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 3 dicembre 1820. A causa dei successivi rifacimenti, i brani della versione Napoli 1820 si presentano in diversi fascicoli riorganizzati disordinatamente e in modo non sequenziale. Si riscontrano vistose lacune relative a interi brani e ampie sezioni;
  • Maometto II – ripresa: Venezia, Teatro La Fenice, 26 dicembre 1822. Sezioni nuove, riadattamenti;
  • Le siège de Corinthe – Prima rappresentazione: Théâtre de l’Académie Royale de Musique, 9 ottobre 1826 – Sezioni riadattate.

Lo studio del principale testimone musicale dell’opera ha permesso di individuare al suo interno materiali eterogenei, riferibili a vari stadi della composizione e alla rielaborazione successiva per Venezia (1822) e poi per Parigi (1826). Per quanto concerne la versione originale di Maometto secondo (Napoli 1820), il manoscritto pesarese presenta ampie lacune, colmate dall’Edizione ricorrendo a copie manoscritte coeve. Dalla prima revisione curata da Scimone nel 1985, la ricerca musicologica intorno a Rossini è andata molto avanti, e sono stati identificati brani dell’opera o frammenti di essa in biblioteche e archivi pubblici e privati. Per questa ragione la Fondazione Rossini ha ritenuto necessario riaprire il cantiere di lavoro su questo importante titolo del catalogo rossiniano rivedendo il testo musicale alla luce delle nuove acquisizioni, quali la Cavatina di Maometto [N. 4] del primo atto, il cui autografo fu acquistato ad un’asta dal grande studioso rossiniano Bruno Cagli e poi donato alla Fondazione Rossini, o il Coro «È follia sul fior degli anni» che apre il secondo atto, conservato alla New York Public Morgan di New York.

Ulteriore oggetto di studio per la presente edizione critica è costituito dagli abbozzi autografi di differenti passaggi dell’opera. Si tratta di documenti utili a ricostruire il percorso compositivo seguito da Rossini nella creazione delle sue opere e soprattutto rari, considerato che, diversamente da Verdi che ha lasciato un corpus di abbozzi e schizzi ragguardevole, di Rossini pochissimi sono gli schizzi preparatori pervenutici. Il libretto della prima rappresentazione è il testimone secondario per la determinazione del testo verbale dell’opera; da esso sono tratte la punteggiatura e le didascalie sceniche. L’Edizione riporta il testo musicato da Rossini, che differisce in vari punti, talvolta in modo sostanziale, da quanto si legge nel libretto. Il Commento critico segnala comunque tutte le varianti.

L’Edizione restituisce come testo base la versione dell’opera così come fu rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1820. L’appendice prevede la versione di Venezia 1822, nonché la trascrizione di tutti i materiali preparatori redatti da Rossini nel corso del processo compositivo. L’esecuzione secondo l’Edizione offre la revisione completa del testo musicale secondo la lezione dell’autografo e del manoscritto conservato a Napoli, il più attendibile in quanto presenta tratti peculiari della grafia rossiniana (come forcelle e accenti chiusi) e corrisponde all’autografo nell’impaginazione delle sezioni comuni. L’Edizione integra inoltre musica non considerata nella precedente revisione (5 battute conclusive nel N. 7 Duetto Maometto-Anna, la riapertura di diverse sezioni ripetute “Bis”), la redistribuzione della parte della Banda a due insiemi strumentali con un interessante effetto ‘stereofonico’, l’attribuzione a strumenti sul palco della musica di accompagnamento della Preghiera del Coro Donne nel N. 11 «Nume, cui il sole è trono», in base a considerazioni stilistiche e comparative.