Gioachino Rossini: Semiramide

Rossini Critical Edition

A cura di Philip Gossett, Alberto Zedda (2001)

Tre volumi pp. LXXXII, 1467 + Banda sul Palco pp. 130 + commento critico pp. 232
GR 25
Riduzione canto e piano
CP 135343

Semiramide è l’ultima opera scritta per l’Italia di Gioachino Rossini e rappresentata per la prima volta a Venezia al Teatro. La Fenice il 3 febbraio 1823. Testo base dell’edizione critica è la versione preparata da Rossini per il debutto veneziano.

Nella Prefazione alla partitura (sezione Notizie storiche) sono riportati e discussi alcuni possibili tagli di tradizione ottocentesca, con particolare attenzione agli allestimenti preparati sotto il diretto controllo di Rossini. Queste indicazioni offrono informazioni filologicamente accertate grazie alle quali il moderno esecutore può compiere scelte plausibili e consapevoli nell’allestimento di una tra le più lunghe e complesse opere rossiniane.

Nell’Appendice I è fornita la trascrizione di numerosi schizzi preparatori elaborati da Rossini per i NN. 7, 9 e 12. Quest’edizione li pubblica al solo scopo di documentare la prassi compositiva rossiniana e non ai fini di un impiego di questi frammenti in sede esecutiva.

Nell’Appendice II sono pubblicate una serie di varianti vocali autografe per i NN. 1, 2, 9 e 10 rintracciate dai curatori nelle parti vocali impiegate per la prima esecuzione veneziana dell’opera. Queste varianti furono certamente realizzate da Rossini per rendere più agevole l’esecuzione da parte dei cantanti e per adattare la tessitura di alcuni passi all’epoca ritenuti scomodi.

Nell’Appendice III l’edizione fornisce una versione alternativa della sezione conclusiva del N. 5 Cavatina Semiramide. Si tratta di una primigenia versione di questa celebre pagina subito rigettata da Rossini, ma comunque conservatasi all’interno della partitura autografa in forma di partitura scheletro. Il completamento della strumentazione è stato realizzato dal curatore Philip Gossett.

Nell’Appendice IV (e nelle relative pagine dell’ampio Commento critico) l’edizione fornisce le indicazioni atte a registrare lo stato testuale della ripresa parigina dell’opera avvenuta nel 1825 sotto il diretto controllo del compositore che soltanto in quell’occasione compose musica nuova per l’opera. Dei nuovi pezzi musicali – una porzione di recitativo e un coro, entrambi realizzati in sostituzione di analoghe sezioni del Finale secondo (N. 14) – si è conservato soltanto il recitativo «La madre, oh ciel...» in una redazione per voce e pianoforte che l’edizione critica presenta.

Nel Commento critico e nell’Introduzione alla partitura (sezione: Problemi particolari) sono trattate alcune questioni problematiche legate alla strumentazione (con particolare attenzione alle parti di Flauto, Ottavino e a quelle degli strumenti a percussione), e vengono discussi problemi legati all’ornamentazione vocale trascrivendo una serie di varianti vocali ottocentesche (relative ad ogni numero musicale), un’utile guida per il moderno interprete.

L’edizione critica fornisce in un volume sussidiario la completa strumentazione della banda di palcoscenico, prescritta da Rossini per i NN. 1, 7 e 8 e notata dal compositore all’interno della partitura autografa nella consueta veste ridotta su un solo pentagramma. La strumentazione presentata qui è stata realizzata sulla scorta delle singole parti strumentali impiegate nel debutto veneziano dell’opera. Per il N. 1 l’edizione offre due versioni alternative, entrambe storicamente accertate, offrendo tutte le informazioni necessarie per guidare la scelta del moderno esecutore.