Gioachino Rossini: Tancredi

Rossini Critical Edition

A cura di Philip Gossett (1984)

Due volumi pp. XLIX, 818 + commento critico pp. 299
GR 04
Partitura da studio
PR 1397
Riduzione canto e piano
CP 132572

Il principale vantaggio offerto dall’edizione critica è quello di presentare in un’unica pubblicazione tutta la musica composta da Rossini per quest’opera. Tre sono infatti le versioni di Tancredi approntate personalmente dal compositore:

  • Venezia, Teatro La Fenice (6 febbraio 1813);
  • Ferrara, Teatro Comunale (21 marzo 1813);
  • Milano, Teatro Re (18 dicembre 1813).

Nessuna di esse trova posto nelle edizioni correnti (tradizionali) della partitura che nella maggior parte dei casi testimoniano una versione ‘mista’ mai preparata dal compositore.

Versione di Venezia
Si tratta della versione contenuta nel testo principale dell’edizione. Essa raccoglie tutta la musica eseguita la sera della prima rappresentazione assoluta dell’opera; in particolare presenta la versione originaria della Gran Scena di Tancredi (N. 16) assente in tutte le edizioni correnti. L’opera è conclusa dal cosiddetto ‘finale lieto’ (N. 17 Secondo Finale «Fra quai soavi palpiti»).

Versione di Ferrara
Poche settimane dopo l’esordio veneziano, Rossini riprese l’opera a Ferrara componendo nuovi pezzi, operando tagli e sostituzioni, nonché avallando l’inserimento di pagine non sue. Tutte le indicazioni relative alla messa in scena di questa versione sono fornite nella Prefazione alla partitura e nelle pagine del Commento critico. Nell’Appendice III sono forniti i brani musicali di nuova composizione, come il nuovo finale – il cosiddetto ‘finale tragico’ –, presentato qui per la prima volta (nessuna delle versioni correnti lo riporta) in seguito al ritrovamento dell’autografo rossiniano in una biblioteca privata. Questo finale rappresenta una tra le più significative scoperte musicologiche del secolo scorso e offre un sorprendente aspetto della produzione e della personalità del giovane Rossini.

Versione di Milano
Quasi certamente Rossini curò la successiva ripresa di Tancredi per l’inaugurazione del milanese Teatro Re nel dicembre 1813. Anche in questo caso numerosi furono gli aggiustamenti apportati alla partitura, tutti segnalati nella Prefazione e nelle pagine del Commento critico. Nell’Appendice IV si riportano i brani composti per l’occasione.

A fronte di un così alto numero di varianti, una guida alla messinscena di Tancredi è offerta nella Prefazione così da indirizzare i moderni interpreti alla corretta realizzazione di una delle tre versioni d’autore, o di versioni ‘intermedie’ secondo lo spirito e le concezioni estetiche dell’epoca. La vasta gamma di possibilità offerta agli esecutori è il frutto di un approfondito e sistematico studio sulle fonti dell’epoca e consente quindi di pervenire a più risultati esecutivi tutti filologicamente corretti e plausibili.

Numerose sono infine le varianti vocali autografe pubblicate nelle Appendici I e V, utile guida per i moderni esecutori. Nel Commento critico sono inoltre trascritte per ogni numero della partitura anche le più significative varianti vocali non riconducibili a Rossini, ma rinvenute nelle principali fonti musicali dell’epoca.