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Gervasoni compie 60 anni: intervista e nuovi progetti

Gervasoni compie 60 anni: intervista e nuovi progetti

Il compositore italiano compie 60 anni il 26 luglio. Una vita tra l’Italia e la Francia, nato a Bergamo, insegna dal 2006 al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris. A giugno la prima esecuzione mondiale di De Tinieblas, eseguito da SWR Vokalensemble in Italia per il festival Milano Musica, in Francia per ManiFeste a Parigi, in Germania a Stoccarda. Un'altra nuova creazione, In Nomine PPP, in arrivo a novembre 2022. Entrambi i lavori saranno accompagnati dalla dimensione visuale dei video di Paolo Pachini.

Una breve intervista al compositore per conoscere i progetti in corso e individuare insieme i suoi lavori più significativi.

In Nomine PPP - music by Stefano Gervasoni and video by Paolo Pachini

In nomine PPP - dal video di Paolo Pachini

Intervista a Stefano Gervasoni

A giugno ascolteremo finalmente la prima esecuzione assoluta di De Tinieblas, il tuo ultimo progetto per coro, video ed elettronica. A novembre sarà presentato In nomine PPP, sempre con video di Paolo Pachini. Cosa significa per te lavorare insieme alla dimensione visuale? Quale significato acquisisce la musica e quale le immagini?

La collaborazione con Paolo Pachini è nata occasionalmente per De Tinieblas: questo lavoro non era stato concepito per essere accompagnato da un video, oltre al coro a cappella c’è una parte consistente di arricchimento della polifonia vocale, di per sé già piuttosto densa, data all’elettronica. Paolo ha voluto lavorare sugli elementi formali e temporali della partitura e sul bellissimo testo di José Angel Valente per creare una sua partitura video che affianca e completa la musica. Entrambe sono rette da un’utopia: come mettere in musica il silenzio delle tenebre, come dare visione all’assenza di luce, come farli risuonare insieme.

De Tinieblas è un “oratorio” di 50 minuti, In Nomine PPP sarà una “cantata” in omaggio a Pier Paolo Pasolini di un’ora circa che abbiamo voluto scrivere insieme, io e Paolo, riflettendo insieme a degli obbiettivi comuni e dandoci delle regole “formali” e “architetturali” condivise, da interpretare ognuno liberamente nell’autonomia e nella peculiarità del proprio mezzo espressivo. Entrambi desideriamo fare incontrare due tipi di scrittura, quella sonora e quella delle immagini. Il risultato, dal mio punto di vista di compositore, è una teatralizzazione estremamente significativa e pertinente della mia musica, dei suoi valori formali e drammaturgici, del suo desiderio – mai esibito platealmente, tanto è trattenuto nelle profondità delle mie partiture – di espressività e di tensione psicologica in continuo movimento. Tutto ciò diventa evidente, senza essere didascalico, nelle immagini di Paolo che si dispiegano sulla mia musica e in qualche modo la “spiegano” piegandola ai propri fini apparentemente narrativi. A tal punto da potere creare per questi lavori nei quali la voce è fondamentale (32 voci e elettronica per De Tinieblas, 8 voci e 16 strumenti per In Nomine PPP), una dimensione di tipo operistico.

 

Stefano Gervasoni, De Tinieblas - Trailer by IRCAM

 

Il tuo primo lavoro con Ricordi è In Eile Zögernd III per orchestra, del 1987. Quali sono 3 lavori che identifichi come tappe, capitoli o linguaggi diversi del tuo linguaggio compositivo?

Least Bee, scritto qualche anno dopo (1990-91), il ciclo An - Animato - Antiterra (1992-99), De Tinieblas (2019-20). Ho citato tre pezzi Ricordi che marcano, appunto, le tappe di un’evoluzione da una scrittura di tipo minimalistico centrata sul timbro e su una vocalità minuziosamente attenta ai valori del testo poetico verso un linguaggio compositivo di tipo "inclusivo", formalmente complesso, dinamicamente e polifonicamente più ricco e denso, narrativo e drammatico, stilisticamente e espressivamente variegato, integrando a livelli diversi altri tipi di linguaggio musicale, colto e extracolto, e cercando un rapporto profondo con la storia e aperto verso il futuro. Tutto ciò mi ha portato a allontanarmi da una visione così “epurata” della musica, evidente in Least Bee, e a approfondire le problematiche della musica intesa come discorso, come veicolo e messaggio nello stesso tempo che agisce sulle emozioni e ne esalta il loro valore cognitivo, la sua valenza comunicativa. Se posso citare una quarta tappa, molto importante per l’evoluzione di cui ho detto, aggiungerei Dir – in dir (2003-2010), un lavoro scritto durante gli anni di pubblicazione presso Suvini Zerboni.

 

Least Bee (1990-91) e An-Animato-Antiterra (1992-99) 

 

Il lavoro che vorresti riascoltare oggi?

In die Luft geschrieben per mezzosoprano orchestra d’archi percussioni arpa e celesta, un ciclo di 21 Lieder su testi di Nelly Sachs che è stato eseguito, una volta sola, nel 2018. Sto completando la serie di 33 epitaffi che Nelly Sachs scrisse per altrettante persone scomparse nei campi di sterminio nazisti, con due cicli per voce e pianoforte (con elettronica) di 6 + 7 Lieder che si aggiungono ai 21 già esistenti, il primo dei quali già completato, il secondo in fieri.

 

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Photo: © Olivier Allard

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