Giacomo Puccini: La rondine

A cura di Ditlev Rindom (2023)

NR 142106

La rondine rappresenta un unicum nella produzione operistica di Puccini. Commissionata dal Carltheater di Vienna nel 1914, per cause belliche venne tuttavia rappresentata per la prima volta solo nel 1917 a Monte Carlo. Il libretto è di Giuseppe Adami, adattato e tradotto da un libretto di operetta di Alfred Maria Willner e Heinz Reichert. L’opera non contiene dialoghi parlati e viene descritta come una “commedia lirica”.

La rondine è un’opera insolita soprattutto per via della sua storia editoriale. Si tratta infatti dell’unica opera di Puccini ad essere stata originariamente pubblicata da Sonzogno (a differenza di tutte le altre, pubblicate da Ricordi). L’autografo de La rondine è stato a lungo considerato disperso, se non addirittura distrutto a causa del bombardamento dell’archivio Sonzogno durante la Seconda Guerra Mondiale. È anche per questo motivo che finora non è mai stata intrapresa un’edizione critica e l’opera ha occupato un posto relativamente marginale nel repertorio operistico.

Grazie allo straordinario ritrovamento dell’autografo è stato finalmente possibile realizzare un’edizione critica dell’opera basata su tutte le fonti ora disponibili. Queste includono, oltre allo stesso autografo, i bozzetti, la prima edizione della partitura, la prima edizione della riduzione per canto e piano, la stesura del copista per la prima edizione della riduzione per canto e piano (che reca le correzioni autografe di Puccini), e la seconda e terza edizione della riduzione per canto e piano. La recente scoperta dell’autografo ha consentito di correggere un gran numero di errori e incongruenze dell’edizione pubblicata: sia quelli causati da una semplice lettura errata dell’autografo, sia quelli dovuti a una sua interpretazione eccessivamente letterale. Questo ha reso finalmente possibile pubblicare un’edizione corretta dell’opera e, al tempo stesso, offrire ad artisti e studiosi un apparato di note dettagliate riguardante le principali decisioni del processo editoriale.

La riscoperta dell’autografo (ora conservato presso la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini a Torre del Lago) ha anche messo in luce un numero significativo di differenze musicali tra la versione dell’opera conservata nell’autografo e quella pubblicata in seguito. La prima edizione del canto e piano de La rondine (di cui copie sono conservate presso diverse biblioteche internazionali, tra cui la British Library di Londra) deve essere stata pubblicata solo diversi mesi dopo la prima di Monte Carlo, contemporaneamente alla prima italiana a Bologna nel giugno 1917, occasione in cui Puccini donò alcune pagine dell’autografo al Liceo Musicale (ora conservato presso il Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna). La prima edizione della partitura orchestrale, di cui copie sono conservate a Vienna (Österreichische Nationalbibliothek), New York (New York Public Library), e Washington DC (Library of Congress), riporta infatti come data di registrazione ottobre 1917. L’autografo, al contrario, presenta date diverse, segnate nei vari atti, elemento che lascia supporre che Puccini completò definitivamente il suo lavoro sulla versione autografa nel 1916.

Rispetto alla prima edizione, l’autografo mostra molte differenze nell’orchestrazione, nelle linee vocali e nel testo, oltre a delle variazioni significative. Queste includono una strofa supplementare per Prunier nell’aria del primo atto “Chi il bel sogno di Doretta”; 12 battute aggiuntive per l’aria di Magda “Ore dolci e divine”; interventi del coro nella danza orchestrale del secondo atto a Bullier; l’uso di un tenore fuori scena (anziché un soprano) alla fine del secondo atto; battute addizionali per Ruggero nel suo scambio con Magda all’inizio del terzo atto; una distribuzione completamente diversa delle linee vocali nel trio del terzo atto tra Magda, Prunier e Lisette; e un ruolo da solista più delineato per Magda alla fine sia del secondo che del terzo atto.

La riscoperta dell’autografo permette anche di allestire un’edizione performativa della versione originale e autografa dell’opera, ora preparata dal curatore e disponibile per il noleggio. Questo rivela la prima concezione di Puccini dell’opera completa e può essere considerata la prima di quattro diverse versioni dell’opera (sebbene con una drammaturgia dell’atto finale sostanzialmente identica a quella della prima edizione). Dopo la prima italiana a Bologna nel giugno 1917 e la pubblicazione della partitura, Puccini fu presto insoddisfatto e revisionò sostanzialmente l’opera in due diverse occasioni, producendo una seconda e una terza edizione in cui l’intera drammaturgia del terzo atto veniva ogni volta significativamente modificata. Ha anche apportato numerose modifiche altrove alle parti vocali soliste e quelle corali, inclusa la trasformazione del ruolo di Prunier da tenore (nella prima di Monte Carlo) a baritono, nella seconda edizione. Questa seconda edizione fu rappresentata per la prima volta a Palermo nell’aprile 1920 e rappresentata di nuovo nello stesso anno a Vienna, dopodiché Puccini decise di intraprendere una terza e ultima edizione. Quest’ultima non sembra essere mai stata eseguita, e in effetti le partiture orchestrali sia della seconda che della terza edizione non ci sono giunte e sembrerebbero essere andate distrutte. Le modifiche all’autografo che alla fine hanno portato alla versione dell’opera conservata nella prima edizione sono state molto probabilmente apportate nell’arco di un ampio lasso di tempo, sia durante sia a seguito delle prove e le rappresentazioni a Monte Carlo. Tuttavia, dato il rifiuto di Puccini nei confronti di quasi tutte le versioni dell’opera (tranne che quella dell’edizione finale, rimasta ineseguita), ci sono ragioni particolarmente convincenti per trattare ogni singola iterazione dell’opera come una versione legittima e artisticamente convincente de La rondine.

L’edizione critica pubblicata proporrà l’opera nella forma in cui apparve nella prima edizione, l’unica versione esistente che Puccini autorizzò per la pubblicazione. Nello stesso tempo prevederà comunque alcune appendici tratte dalla versione autografa – come la strofa addizionale nell’aria del primo atto di Prunier e le battute addizionali nell’aria del primo atto di Magda – così come l’aria per Ruggero (“Parigi”) che Puccini compose per la seconda edizione, riprendendo la sua precedente canzone “Morire?”, sopravvissuta come “pezzo staccato”. L’edizione critica pubblicata potrà essere utilizzata anche come base per ricostruire le partiture orchestrali della seconda e terza edizione, attingendo alle riduzioni per canto e piano superstiti (ora conservate presso la British Library e il Museo teatrale alla Scala, Milano, rispettivamente) e riorchestrando i passaggi mancanti ove necessario. Queste sezioni, da orchestrare seguendo attentamente la prassi esecutiva d’epoca e riflettendo lo stile di Puccini, saranno rese disponibili per il noleggio dall’editore a quei teatri che desiderano mettere in scena spettacoli moderni che seguono “ricostruzioni” storicamente informate.

L’edizione critica verrà pubblicata in due volumi e conterrà una Prefazione e un’Introduzione storica, oltre a un ampio apparato critico che discute nel dettaglio le scelte editoriali più importanti. Potrebbero essere incluse anche alcune immagini in facsimile dell’autografo e dei bozzetti, a indicare le straordinarie, molteplici revisioni che Puccini apportò al manoscritto – tra cui la cancellazione e il ripristino delle parti vocali nel finale del Quartetto del secondo atto, sicuramente uno dei momenti più notevoli dell’opera..