Giuseppe Verdi: Attila

Verdi Edition

A cura di Helen M. Greenwald (2012)

Due volumi: partitura pp. LXIII, 405 + commento critico
NR 140092
Riduzione canto e piano
CP 140095

Attila, la nona opera di Giuseppe Verdi e la seconda delle cinque composte per il Gran Teatro La Fenice di Venezia, fu presentata al pubblico di quella città il 17 marzo 1846. La sua genesi copre un arco di due anni (dalla primavera del 1844 al marzo 1846), durante i quali Verdi era al lavoro su molti nuovi progetti. Le sue origini ci sono meno note rispetto alle altre quattro opere verdiane destinate allo stesso Teatro. Tuttavia l’edizione è in grado di ricostruire gli eventi e le questioni importanti che ne hanno via via accompagnato la genesi: gli ostinati sforzi dell’editore Francesco Lucca per acquisire i diritti di una partitura verdiana; la salute cagionevole di Verdi e il deteriorarsi dei rapporti tanto con il suo principale editore, Ricordi, quanto con il librettista Temistocle Solera; e infine l’entusiasmo del compositore per la curiosa pièce Attila, König der Hunnen, scritta da un autore tedesco ora dimenticato, Friedrich Ludwig Zacharias Werner.

Quest’edizione critica è la prima e unica partitura a stampa esistente dell’opera, giacché la versione corrente era costituita da una copia manoscritta redatta attorno alla metà del XX secolo. È inoltre un prezioso strumento per l’odierno esecutore poiché riunisce in una sola pubblicazione tutte quelle informazioni connesse alla genesi, alla tradizione e all’aspetto performativo dell’opera sino ad ora disperse in un alto numero di fonti e studi spesso di difficile accesso.

La fonte principale di questa edizione è la partitura autografa di Verdi, un documento di notevole chiarezza e accuratezza, forse anche per il fatto che l’opera si attiene strettamente alle forme musicali d’uso consueto nel primo Ottocento. Ciononostante, le incoerenze, omissioni ed errori presenti nel manoscritto rivelano la fretta propria delle fasi finali della composizione.

L’edizione critica offre inoltre il testo musicale e tutti i materiali necessari all’esecuzione di due pezzi alternativi composti da Verdi negli anni immediatamente successivi al debutto dell’opera, chiarendo le modalità di sostituzione al testo musicale originario sulla scorta delle indicazioni dell’autore presenti nelle partiture autografe di entrambi i pezzi. Essi sostituiscono l’originaria Romanza di Foresto «Che non avrebbe il misero» posta in apertura del N. 12: Scena, Romanza, Terzetto e Quartetto finale ultimo. Nello specifico: l’Appendice 2 contiene la Scena e Romanza di Foresto (N. 12a) «Infida! / Sventurato! Alla mia vita» composta su richiesta di Rossini per il tenore Nicola Ivanoff (già destinatario di un brano alternativo in Ernani) in vista della rappresentazione dell’opera a Trieste (28 settembre 1846); l’Appendice 3 contiene la Romanza di Foresto (N. 12b) «Oh dolore! Ed io vivea» composta per Napoleone Moriani in occasione del primo allestimento di Attila al Teatro alla Scala di Milano (26 dicembre 1846).

Al fine di comprendere meglio il pensiero compositivo e il modus operandi di Verdi, nell’Appendice 1 è fornita l’edizione della partitura scheletro (parti vocali per il coro maschile e accenni più o meno estesi di strumentazione) di una lunga parte dell’Introduzione (bb. 1a-136a) rigettata dallo stesso Verdi durante il processo di orchestrazione della partitura.

La fortuna dell’opera fu tale da indurre Rossini a comporre Ritournele pour l’Adagio du Trio d’Attila, per pianoforte, in occasione dell’esecuzione del Terzetto «Te sol, te sol quest’anima» (terza parte del N. 12) avvenuta nella sua dimora privata parigina nel 1865, durante uno dei celebri Samedis soir. L’edizione include questo breve frammento (5 battute) nell’Appendice 4.

L’edizione integra nel testo musicale le indicazioni metronomiche che Verdi elaborò in un momento successivo al completamento della partitura e dopo le prime recite veneziane dell’opera. Queste indicazioni furono consegnate all’editore Lucca che le inserì nella prima edizione a stampa dello spartito per canto e pianoforte di Attila.

Nell’Introduzione e nel Commento Critico l’edizione discute questioni dedicate a problemi di strumentazione legati alle caratteristiche fisiche degli strumenti dell’epoca di Verdi e alle loro tecniche d’esecuzione. L’edizione propone soluzioni – assenti nelle versioni correnti – a problemi inerenti l’impiego di trombe e timpani, indirizzando così le scelte del moderno esecutore. Tutte le soluzioni proposte trovano il proprio fondamento sia in studi di prassi esecutiva storicamente informata, sia nella diretta analisi delle fonti.