Giuseppe Verdi: Musica strumentale da camera

Verdi Edition

A cura di Gundula Kreuzer (2010)

Un volume: partitura + commento critico pp. XXXVIII, 120
NR 140331

Una volta diventato il principale compositore d’opera italiano, Verdi creò solo poche composizioni per solisti strumentali, in particolare il Quartetto per archi in mi minore. Inizialmente voleva che il quartetto d’archi – che fu eseguito per la prima volta nel suo albergo per pochi amici – rimanesse privato, ma alla fine ne permise la pubblicazione e divenne presto noto in tutta Europa e negli Stati Uniti. Sebbene siano disponibili diverse registrazioni e il pezzo sia regolarmente presente nelle esecuzioni, tutte utilizzano edizioni successive che non sono all’altezza delle intenzioni di Verdi registrate nella sua partitura autografa. La presente edizione critica si basa su tale partitura, conservata presso la Biblioteca del Conservatorio di Napoli, e sulle istruzioni per l’esecuzione dello stesso compositore.

Verdi scrisse come regalo per gli ammiratori i tre pezzi originali per pianoforte – “Romance sans paroles”, “Valzer” e “Foglio d’album per Francesco Florimo” – anch’essi qui inclusi, e queste edizioni critiche si basano sulle partiture autografe o, nel caso della “Romance sans paroles”, su fotografie dell’originale mai pubblicato. La curatrice Gundula Kreuzer descrive in dettaglio le origini, le fonti e le questioni esecutive di tutte queste opere nella sua abile introduzione, e il suo commento critico spiega i problemi editoriali e le soluzioni.