Giuseppe Verdi: I masnadieri

Verdi Edition

A cura di Roberta Montemorra Marvin (2000)

Due volumi: partitura pp. LXXIV, 495 + commento critico
NR 138561
Riduzione canto e piano
CP 138564

I masnadieri, undicesima opera di Verdi, fu la prima ad essere scritta espressamente per un teatro non italiano. Commissionata unitamente dall’editore milanese Francesco Lucca e dall’impresario inglese Benjamin Lumley, l’opera ebbe la sua prima rappresentazione al Her Majesty’s Theatre di Londra il 22 luglio 1847. Il libretto, basato su un adattamento più o meno fedele del dramma di Friedrich Schiller Die Räuber, fu approntato da Andrea Maffei, stimato amico di Verdi e noto scrittore e traduttore, ma riluttante ed inesperto librettista.

La fonte principale dell’edizione è la partitura autografa completa di Verdi, l’unica fonte autografa superstite. Essa è custodita nell’Archivio di Casa Ricordi a Milano, rilegata in tre volumi. Nel suo stato attuale l’autografo conserva il testo dell’opera nella sua versione definitiva, quale fu rappresentata al Her Majesty’s Theatre di Londra nel 1847. Come accade per tutte le opere di Verdi, l’autografo non è una bella copia del lavoro finito, ma piuttosto una partitura di lavoro, usata nel corso della composizione. Rimane comunque un documento di notevole chiarezza e accuratezza, e contiene il tipo di informazioni che il compositore riteneva necessarie per una buona esecuzione dell’opera. Ciò non toglie che la sua interpretazione susciti un certo numero di difficoltà: essa, infatti, testimonia più strati compositivi, frutto del procedimento compositivo per fasi successive tipicamente verdiano. Questo tipo di scrittura dà quindi origine a una serie di incoerenze relative a indicazioni contrastanti o contraddittorie in parti parallele per quanto riguarda segni di fraseggio, articolazione, dinamiche e talvolta anche durata delle note. L’edizione elimina in genere queste incoerenze uniformando il testo al modello prevalente, ma mantiene le discrepanze nei casi in cui queste sembrino avere un significato musicale o una convincente giustificazione.

La più antica copia manoscritta de I masnadieri, ora custodita alla British Library di Londra, fu preparata per la prima rappresentazione assoluta dell’opera al Her Majesty’s Theatre di Londra nel 1847. Oltre alla partitura orchestrale, i copisti del teatro estrassero una serie completa di materiali orchestrali e vocali, utilizzati per le prove e per le prime rappresentazioni dell’opera e custoditi anch’essi alla British Library. Essi comprendono la parte del suggeritore, le parti corali, la parte del Violino principale e le parti orchestrali. Queste fonti si sono dimostrate di incalcolabile valore da due punti di vista per stabilire il testo musicale dell’edizione critica.

Cinque altre copie manoscritte della partitura sono state prese in esame. Nessuna mostra tracce di un intervento diretto di Verdi. Di conseguenza, esse hanno un’importanza limitata per stabilire il testo definitivo dell’opera, benché molte siano significative per lo studio della storia esecutiva della stessa. Nel corso dell’Ottocento la partitura orchestrale de I masnadieri circolò in copie manoscritte; data la scarsa richiesta, la partitura dell’opera non venne mai stampata. Questa edizione costituisce pertanto la prima edizione della partitura a stampa de I masnadieri.

Un’esecuzione oculata de I masnadieri richiede un’attenta considerazione delle circostanze in cui l’opera fu scritta e inizialmente rappresentata. Tali circostanze comprendono le generali convenzioni esecutive dell’epoca, lo stile vocale e le predilezioni dei cantanti, la prassi orchestrale in uso, e l’organizzazione dello spazio teatrale impiegato per la rappresentazione. Per quanto riguarda I masnadieri, sono importanti non soltanto le consuetudini esecutive dell’opera italiana dell’Ottocento, con le quali Verdi era naturalmente famigliare, ma anche quelle vigenti nella Londra vittoriana, città per la quale l’opera fu composta.