Vincenzo Bellini: I Capuleti e i Montecchi

Bellini Critical Edition

A cura di Claudio Toscani (2003)

Tre volumi: partitura pp. I-XLV, 1-358 / I-VII, 359-648 + commento critico
NR 138469
Riduzione canto e pianforte
CP 138472

Opera popolarissima fino agli anni Settanta-Ottanta dell’Ottocento, I Capuleti e i Montecchi ha condiviso la sorte di altre opere parimenti fortunate: nel tempo, la consistente tradizione esecutiva ha comportato ampi interventi sulla partitura, rimaneggiamenti che spesso finiscono per offuscare le reali intenzioni di Bellini, quando addirittura non le stravolgono. Decenni di corruzioni testuali, fanno sì che l’edizione critica dei Capuleti e Montecchi presenti – rispetto alla versione “di tradizione” – numerose differenze, alcune delle quali particolarmente vistose. A partire dalla strumentazione, che interventi successivi hanno appesantito (il “colore” orchestrale originario era più leggero e trasparente) e “rifatto” secondo criteri desunti dalla prassi moderna, ma senza tener conto della scrittura belliniana.

L’edizione, oltre a rettificare gli errori accumulatisi nel tempo e a ripristinare la versione originaria, recupera le indicazioni agogiche e dinamiche e le didascalie di Bellini, molto più numerose e significative nelle fonti autentiche che non nella versione moderna correntemente impiegata. Permette inoltre agli esecutori di riaprire tagli consolidati dalla tradizione, che risultano però arbitrari alla luce delle intenzioni di Bellini.

Fondamentale, poi, è la possibilità di scegliere il ruolo vocale di Lorenzo: nella versione definitiva di Bellini il personaggio è un tenore, ma la scelta iniziale del compositore (scelta poi abbandonata, ma non completamente rigettata) prevedeva nel medesimo ruolo un basso. L’edizione critica riporta entrambe le versioni e provvede a integrare i passi lacunosi.

L’edizione, infine, prevede la possibilità di scegliere tra la versione originaria dell’opera, rappresentata a Venezia nel marzo 1830, e la versione riveduta da Bellini per la Scala di Milano nel dicembre dello stesso anno. Per questa seconda versione il compositore “accomodò” la parte di Giulietta perché potesse essere eseguita da un mezzosoprano, aggiunse alcune battute alla sua aria nel secondo atto, trasportò molte sezioni e ritoccò in più punti le parti vocali e la strumentazione.

L’edizione critica dei Capuleti e Montecchi, in definitiva, accerta criticamente e restituisce le versioni dell’opera approntate o accettate dal compositore, offrendo un testo attendibile allo studio storico-critico e a ricerche scientificamente fondate; al tempo stesso rende disponibile all’interprete e restituisce all’uso teatrale una partitura depurata dalle incrostazioni che ce ne hanno tramandato un’immagine storicamente deformata.