Gaetano Donizetti: Don Pasquale

Donizetti

A cura di Gabriele Dotto e Roger Parker (2024)

NR 140922

Con Don Pasquale, alcune scelte in questa edizione riflettono una maturata visione nell’evoluzione della critica testuale, rispetto alla filosofia della “revisione sull’autografo” fatta cinquant’anni fa. Tra queste, il peso da dare ad alcune modifiche presenti sulla partitura autografa. Ad esempio, i tagli segnati in partitura autografa erano sempre considerati “decisioni compositive” definitive (e scomparsi dunque nelle successive partiture disponibili). Oggi si riconosce che, in alcuni casi, queste non furono delle scelte compositive quanto delle concessioni per accomodare temporanee esigenze esecutive. In tali casi, nell’edizione critica si fornisce agli esecutori la scelta, inserendo in partitura le battute un tempo sopresse, segnalando che sono “opzionali”. Nel Don Pasquale, un taglio meritevole di essere riaperto si trova in un delizioso passo all’inizio della scena che precede la cavatina di Norina “So anch’io la virtù magica”, un delicato quanto breve ricamo strumentale che serve da splendida introduzione al ‘carattere’ del personaggio. Anche nel Quartetto Finale II, l’edizione critica ripropone battute al loro tempo tagliate, da eseguire a scelta degli esecutori.

Sempre sul livello di “opzioni esecutive” offerte dall’edizione critica, un esempio particolarmente interessante in Don Pasquale riguarda il tema all’inizio della Sinfonia che oggi si conosce come eseguito da un violoncello. Ma Donizetti lo aveva assegnato dapprima a un corno: le recensioni uscite dopo la ‘prima’ svelavano il problema. Il povero cornista diede prova lamentevolmente incerta. Donizetti corse ai ripari e sostituì quell’assolo con un clarinetto. Ma anche questa soluzione non doveva averlo soddisfatto appieno e tornò al suo autografo per fare la modifica ultima: assegna la parte al violoncello. Indubbiamente quel tema risulta molto bello suonato dal violoncello, ma lo sarebbe altrettanto se eseguito da un corno: strumento che, dopotutto, era la sua idea originaria. Se il cornista a Parigi l’avesse eseguito in modo egregio, Donizetti avrebbe lasciato quella parte così come l’aveva scritta? L’edizione critica offre agi interpreti la scelta.

Al livello di opzioni interpretative più sostanziali, l’edizione critica propone in appendice la versione originale del duetto Dottore-Pasquale nel secondo atto, versione rappresentata alla prima mondiale a Parigi, che ora è stata ripristinata sulla base di materiali autografi cancellati e da altre fonti. Per la successiva esecuzione viennese Donizetti decise di rivedere il brano, riducendo le sue dimensioni e modificandolo in modo sostanziale. Sebbene in questo caso l’intervento di Donizetti fosse chiaramente una decisione “compositiva”, la prima versione è di notevole interesse storico, e merita sicuramente di un’esecuzione moderna, cosicché gli ascoltatori di oggi possano giudicare la natura delle modifiche apportate dal compositore.

Infine, sempre come inedito “brano d’appendice” (questo, non essendo ancora disponibile nel materiale a noleggio, verrà inserito nell’edizione di vendita prevista per il 2025) verrà inclusa un’affascinante scoperta recente: una cabaletta aggiuntiva per il Dottor Malatesta (“Se qualche critico / a dirmi viene”), scritta per il famoso baritono Tamburini ma all’epoca mai eseguita; l’aria andrebbe completata con delle battute cadenzali oggi perdute (operazione non difficile) ma scegliere di inserirla in un’esecuzione moderna potrebbe essere operazione affascinante.

WP dell'edizione critica: 17.11.2024, Teatro Donizetti, Bergamo (Donizetti Opera festival 2024).