A cura di Roger Parker, Anders Wiklund (2002)
Due volumi: partitura + commento critico pp. I-XXXII, 1-419 / 421-669
NR 136792
Riduzione canto e pianoforte
CP 136795
Poche opere hanno una storia così complessa come Le convenienze e inconvenienze teatrali, che sembra avere quasi tante versioni quanti sono i manoscritti che conservano il suo testo, e quante sono le riprese che l’hanno riattualizzata in una rappresentazione. Ciò è dovuto in parte al tipo di soggetto e di intreccio: come un’opera sul tema dell’opera, strutturata in modo vago e con abbondanza di opportunità, per i ruoli principali, di rappresentare se stessi, il lavoro incoraggiò fin dall’inizio delle varianti locali.
Un altro fattore importante è la natura stessa della versione originale. Le convenienze nacque come farsa napoletana in un atto con dialoghi parlati, alcuni di essi in dialetto locale. Era un tipo di opera non facilmente esportabile su tutte le piazze d’Italia; rimaneggiamenti erano inevitabili quando il lavoro veniva rappresentato al nord. Inoltre, Donizetti stesso ritornò all’opera, con tutta probabilità almeno due volte, facendo importanti aggiunte in entrambe le occasioni. Infine, molte riprese avvennero in forma di opera a tutti gli effetti, e pertanto con aggiunte di recitativo secco e un numero di ulteriori varianti, autentiche e no.
Date queste premesse, non fa meraviglia che fonti importanti siano sparse ovunque in Europa occidentale; anche per questo, un certo numero di documenti essenziali risultano ancora oggi irreperibili. Eppure, una quantità di scoperte ha chiarito molte delle questioni attinenti all’opera, rendendo possibile la pubblicazione di questa edizione critica.
Dopo essere stata rappresentata in prima assoluta al Teatro Nuovo di Napoli il 21 novembre 1827, l’opera fu ripresa a Milano, al Teatro della Canobbiana nell’aprile del 1831, sensibilmente modificata, ma non dal compositore, che ne approntò invece una revisione per la ripresa a Napoli al Teatro del Fondo nello stesso 1831.
L’edizione critica pubblica come testo principale la musica preparata da Donizetti per la messinscena napoletana nel 1831, l’unica versione dell’opera ricostruibile con sicurezza; nelle Appendici fornisce però tutti i materiali utili alla ricostruzione della prima versione dell’opera (Napoli 1827), corredati dalle indicazioni necessarie al corretto inserimento degli stessi nel corpo del testo principale. Per contro, considerato che Donizetti quasi certamente non ebbe alcun ruolo nella ripresa milanese del 1831 – è certo che il compositore si trovava a Napoli in quei giorni – l’edizione non include nessuna delle sezioni musicali ascrivibili a quella versione.
In generale l’edizione critica non si limita a proporre il testo base dell’unica versione ricostruibile e riconducibile con sicurezza alla mano di Donizetti, cioè quella andata in scena a Napoli nel 1831, ma offre una grande quantità di materiali che rispecchiano l’estrema mobilità che ha caratterizzato la storia e la tradizione di questo testo operistico.