A cura di Gabriele Dotto (2006)
Due volumi: partitura + commento critico pp. I-LVIII, 1-318 / 319-845
NR 139210
Riduzione canto e pianoforte
CP 139213
Mentre la partitura autografa di Donizetti è servita da fonte principale per la maggior parte dell’edizione critica, numerose altre fonti, autografe e non, sono state fondamentali per arrivare a una completa ricostruzione dell’opera.
L’autografo rappresenta uno stadio intermedio tra le prime due produzioni dell’opera effettuate sotto la supervisione del compositore, quelle di Vienna e di Parigi nel 1842; sebbene il primo canto e piano a stampa (Ricordi, 1842) e il primo allestimento italiano (Torino, 1842) rispecchino l’autografo, la sua struttura non è da ritenersi una vera “versione” dell’opera. Decidere però esattamente quale struttura proporre come versione “base” di Linda ha richiesto tuttavia qualche compromesso al momento di valutare le fonti coeve.
La documentazione pervenutaci indicherebbe che ci furono tre “versioni” dell’opera (oltre ad un adattamento abbreviato in lingua francese; dal momento che Donizetti stesso supervisionò la traduzione, si può supporre che abbia approvato l’abbreviazione).
Dopo aver valutato e raffrontato le fonti per Linda, i curatori hanno scelto per l’edizione critica una struttura base che rispecchi abbastanza fedelmente la versione di Vienna 1843, la versione se vogliamo ultima, sebbene tale definizione sia relativa per un compositore al quale il concetto di “definitivo” era alieno.
Tuttavia, l’edizione critica offre agli esecutori la possibilità di riprodurre le altre versioni e di ricuperare i passi che appaiono tagliati nell’autografo ma che, come viene discusso nelle Note, possono essere stati effettivamente eseguiti nelle prime rappresentazioni.
Anzi, l’esecutore non dovrebbe trascurare i pregi di una ricostruzione della prima versione di Linda. Sebbene Donizetti, come hanno scritto più volte diversi studiosi (e tra questi, anche i condirettori di questa serie di edizioni critiche), revisionasse le sue opere ogni qualvolta ne aveva l’occasione, di norma allo scopo di migliorarne l’accoglienza, Linda rappresenta un caso inusuale di revisioni effettuate a un titolo che aveva riscosso successo in ciascuna delle sue precedenti edizioni.
L’edizione critica offre inoltre, nelle nota in calce alla partitura, un certo numero di varianti vocali provenienti da fonti coeve.