A cura di William Ashbrook, Roger Parker (2000)
Due volumi: partitura + commento critico pp. I-XXVII, 1-397 / 399-633
NR 135658
Riduzione canto e pianoforte
CP 135661
Se paragonate con i problemi spinosissimi posti da molte altre opere donizettiane (forse la maggioranza), le decisioni editoriali da prendere nel caso del Poliuto sono relativamente semplici, anche se ci sono alcuni casi complicati. Secondo i criteri generali dell’edizione critica, il testo base presentato da questa edizione è quello che si trova nella partitura autografa di Donizetti, che possiamo supporre contenga la versione che egli intendeva mettere in scena a Napoli nel 1838. Non abbiamo prove che l’opera sia stata rappresentata prima della sua morte. Questa versione ha molte qualità, soprattutto l’economia dei mezzi e il senso della progressione drammatica.
Le Appendici 2 e 3 sono semplici da spiegare. L’Appendice 3 è inclusa solo per amore di completezza: a meno che non si scopra il “nuovo Largo” che la sezione introduce, essa non può essere eseguita. L’Appendice 2 (la cabaletta alternativa per Paolina nel primo atto) è un caso diverso. Benché chiaramente di Donizetti, non ne conosciamo la provenienza. Possiamo tuttavia ipotizzare che fu composta per venire incontro alle qualità specifiche di una possibile esecutrice: il profilo vocale è chiaramente diverso da quello della cabaletta originale, e richiede una voce con un potente registro basso ma agilità su tutta l’estensione. Può quindi costituire un’alternativa interessante nel caso sia disponibile un soprano appropriato.
L’Appendice 1 (la sinfonia dai Martyrs) presenta una questione più complessa. Nessuna delle aggiunte provenienti dai Martyrs che furono tradotte in italiano e inserite nel Poliuto sono presentate in questa edizione, per la semplice ragione che in nessun caso abbiamo testimonianze che il compositore fu coinvolto nella traduzione o nell’inserzione. Ma la sinfonia è un caso diverso in quanto nessuna “traduzione” è necessaria e il pezzo ha giocato un ruolo importante nella recezione del Poliuto, a cominciare dalla “prima” del 1848. Se si esegue la sinfonia si dovrà ovviamente omettere il preludio originale.
La decisione più difficile ha riguardato una serie di correzioni autografe di entità ridotta fatte dal compositore su un manoscritto del Poliuto vergato da un copista. Queste correzioni sono quasi certamente posteriori a Les Martyrs e, invece che accomodamenti per nuovi contesti esecutivi, sembrano essere state considerate piuttosto come miglioramenti. Nella maggioranza dei casi queste alterazioni sono incluse nel testo base, segnalando sempre in una nota la primitiva versione autografa agli esecutori e agli studiosi. Se in questa fonte il compositore ha effettuato un taglio, è stato mantenuto il testo originale segnalando la presenza del taglio, in modo che gli esecutori possano decidere di quale versione servirsi.