Giovanni Battista Pergolesi: Lo frate nnammorato (1732)

Pergolesi Critical Edition

A cura di Eleonora Di Cintio (2023)

Napoli, 27 settembre 1732. Al Teatro dei Fiorentini va in scena una nuova commedeja pe mmuseca, a firma di due giovani e promettenti autori: Gennarantonio Federico, erede di una generazione di poeti teatrali partenopei che avevano forgiato il genere nei due decenni precedenti, e Giovanni Battista Pergolesi, compositore candidato a conquistare una posizione egemone nel panorama musicale cittadino dopo la dipartita o l’allontanamento di alcuni dei maestri che fino ad allora lo avevano dominato (Pietro Vinci e Johann Adolf Hasse tra gli altri). Sparuti i trascorsi teatrali di entrambi: Federico ha all’attivo alcuni drammi comici per il teatro di parola e due commedie per musica, Pergolesi si cimenta per la prima volta nella sua carriera con una commedeja. Eppure Lo frate nnammorato riscuote un successo esorbitante, rimanendo in programmazione nella sala partenopea per molte settimane e guadagnandosi nei vent’anni successivi una serie di riprese, la prima delle quali – nel 1734, sempre ai Fiorentini – sorvegliata da entrambi gli autori.

Nel corso del XX secolo, l’opera ha stimolato gli interessi, episodici o sistematici, di vari studiosi. Ultimo in ordine di tempo Francesco Degrada, che alla fine degli anni Ottanta ha curato del Frate un’importante edizione, utilizzata per il memorabile allestimento scaligero della stagione 1989-90, con la direzione musicale di Riccardo Muti e la regia di Roberto De Simone. Lo stesso Degrada, tuttavia, rilevava all’epoca che le fonti musicali disponibili non consentissero di ricostruire esattamente né la versione del ’32, né quella del ’34, presentando sezioni che, stando ai libretti superstiti, risultano afferenti, rispettivamente, all’una o all’altra.

Grazie alla recente acquisizione da parte del Centro Studi Pergolesi di una partitura manoscritta sconosciuta alla comunità musicologica fino a pochi anni fa e sicuramente riferibile al primo dei due allestimenti, la nuova edizione critica riesce a restituire la facies che Lo frate ebbe in occasione della première del 1732: caratterizzata, tra l’altro, da un’orchestrazione per molti versi più articolata rispetto a quella tramandata dalle altre fonti note, nonché da una Sinfonia e da due arie mai più eseguite dal primo ciclo di recite. Su un altro versante, l’individuazione presso la Biblioteca Diocesana di Münster di alcuni estratti manoscritti miracolosamente salvatisi dall’alluvione che colpì la città nel 1946 – i soli a tramandare alcune delle arie sostituite da Federico e Pergolesi per la ripresa del 1734 – consente di riformulare e precisare anche la seconda versione dell’opera e di offrire a interpreti, pubblico e studiosi composizioni per la maggior parte assenti dalla memoria dei contemporanei.

Rendendo del Frate nnammorato la natura polimorfa e la ricchezza costitutiva, anche attraverso i dettagliati apparati critici che la corredano, l’ultima edizione dell’opera si configura dunque quale strumento utile ai fini della conoscenza del primo grande successo teatrale di Federico e Pergolesi e, più in generale, dell’esplorazione di un genere – quello della commedia per musica napoletana di primo Settecento – ancora oggi interessato da ampie zone d’ombra.