Giacomo Puccini: Le Willis

A cura di Martin Deasy (2020)

Un volume: partitura e commento critico incluso pp. XXIX, 1-262
NR 139546
Riduzione canto e pianoforte
CP 139549

Nel 1883, appena terminati gli studi di conservatorio, Puccini prese parte al Concorso Sonzogno per giovani compositori italiani, su consiglio del suo maestro Amilcare Ponchielli, presidente di giuria. Puccini scelse un libretto del poeta Ferdinando Fontana ispirato alla leggenda nordica delle Willis, fanciulle che, abbandonate da coloro che amavano, morivano di dolore e si trasformavano in malvagi spettri danzanti e vendicativi. Il lavoro di composizione si protrasse fino a ridosso della consegna prevista: il 31 dicembre del 1883.

Il risultato per Puccini fu però negativo e non gli venne riconosciuta neanche una menzione. Pochi mesi dopo, nel 1884, il giovane compositore lucchese fu messo sotto contratto da Ricordi, dando adito al sospetto che l’esito negativo al Concorso fosse conseguenza di un accordo sottobanco tra Giulio Ricordi e Ponchielli per evitare l’approdo di Puccini in Sonzogno.

La prima rappresentazione di Le Willis avvenne al Teatro Dal Verme il 31 maggio 1884 e l’opera fu accolta molto positivamente dalla critica e dal pubblico, così Ricordi chiese a Puccini e Fontana di trasformare la composizione da «Leggenda in un atto» ad «Opera ballo in due atti», versione che avrebbe preso il titolo di Le Villi (disponibile in un volume a parte).

Quest’edizione ricostruisce la versione in un atto, che si distingue, sia strutturalmente, sia esteticamente, dalla revisione in due atti, presentando significative differenze nell’orchestrazione e peculiarità nella scrittura vocale. Il curatore si è basato principalmente sui due autografi esistenti: per i primi sei numeri, su quello conservato all’Archivio Storico Ricordi, reimpiegato poi da Puccini per la composizione di Villi; per il numero finale, sulle pagine staccate per far posto alla nuova versione, oggi conservate alla Morgan Library & Museum di New York.

Sono state inoltre considerate le coeve tirature a stampa della riduzione canto e pianoforte come testimoni principali collaterali, in virtù della particolare genesi dell’opera. Infatti, è certo che al Concorso Sonzogno Puccini presentò una partitura lacunosa dell’orchestrazione di alcune pagine e soprattutto di alcune linee vocali. Ma insieme presentò una riduzione per canto e pianoforte manoscritta (ora perduta, ad eccezione di quella per il numero finale), di certo più dettagliata. Il curatore dimostra infatti che i materiali vocali prodotti per la prima rappresentazione non furono copiati dalla partitura autografa, bensì dalla perduta riduzione manoscritta, che fu usata da Ricordi come base per la preparazione della riduzione a stampa.