Gioachino Rossini: Bianca e Falliero o sia Il Consiglio dei Tre

Rossini Critical Edition

A cura di Gabriele Dotto (1996)

Due volumi pp. LV, 1149 + commento critico pp. 162
GR 18
Riduzione canto e piano
CP 134029

Bianca e Falliero, la quinta e ultima opera che Rossini comporrà per il Teatro alla Scala di Milano, fu rappresentata il 26 dicembre 1819 per inaugurare la stagione del carnevale 1820. Per il compositore quella rappresentazione segnò la chiusura di un periodo di lavoro estremamente intenso durante il quale, in poco più di un anno, realizzò Ricciardo e Zoraide (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1818), Ermione (San Carlo, Napoli, 27 marzo 1819), Eduardo e Cristina (Teatro San Benedetto, Venezia, 24 aprile) e La donna del lago (San Carlo, Napoli, 24 ottobre). Anche considerando l’Eduardo poco più di un assemblaggio di musica preesistente, non c’è dubbio che Rossini avesse raggiunto uno dei suoi periodi più produttivi e felici di creatività, mai più eguagliato; dopo il 1820 la sua produzione subì un brusco calo.

La fonte principale per l’edizione critica di Bianca e Falliero è la partitura autografa custodita nell’archivio di Casa Ricordi dove pervenne subito dopo la composizione per effetto della consegna al “copista, e proprietario della musica” Giovanni Ricordi. Il documento è integro, salvo per la mancanza dello spartitino dell’ultimo brano, e rispecchia la versione dell’opera quale fu data alla “prima” al Teatro alla Scala.

Non si conosce l’identità del collaboratore che stese tutti i recitativi secchi, né è stato possibile identificare l’altra mano che in qualche punto intervenne sia sull’autografo vero e proprio sia in qualcuno dei recitativi secchi. Vi sono alcune indicazioni di taglio, segnalate con segni di rimando nei margini. Alcuni tagli rappresentano con ogni probabilità battute effettivamente soppresse nel corso delle prime rappresentazioni, e vengono segnalati di volta in volta nelle Note Critiche. Da notare tuttavia che non appaiono in questi punti segni più significativi (cancellature, collettes) indicanti tagli “definitivi”, né si trova alcuna indicazione autografa in proposito (tranne un possibile cenno in N. 3, 237- 245).

Due altri documenti autografi di Bianca e Falliero, pur non riguardando la partitura di base, offrono preziosa informazione sulla prassi esecutiva vocale. Sono le varianti vocali, scritte in epoca non precisata, per la Cavatina di Bianca (N. 3) e il Duetto tra Bianca e Falliero (N. 5), e trascritte nell’Appendice della presente edizione.

Sebbene si abbiano notizie di una ventina di produzioni di Bianca e Falliero nel periodo dal 1823 (prima ripresa conosciuta) al 1833, anno in cui scomparve dalle scene, si conoscono solo otto partiture manoscritte dell’opera. Tra queste solo quattro sembrano derivare direttamente da copie fatte circolare dall’editore proprietario e rispecchiano dunque abbastanza fedelmente la lezione autografa. Nessuna delle copie giunteci è integra rispetto all’autografo: intere sezioni o brani mancano oggi dalle copie del gruppo di quattro menzionato sopra, mentre le restanti quattro copie mostrano pesanti manomissioni alla partitura, qualche tonalità trasportata e l’inserimento di pezzi non originali. Tuttavia, anche se Rossini non fu coinvolto in alcuna ripresa dell’opera, le copie sono state in più occasioni utili nella stesura della presente edizione come documentazione di soluzioni coeve di errori, lacune o incoerenze nel documento autografo.

Altri documenti manoscritti che si sono dimostrati utili sono i materiali d’esecuzione: negli archivi italiani esistono gruppi di materiale relativo a vari brani staccati. Tra questi sono risultati interessanti alcuni del gruppo custodito al Conservatorio di Milano e il materiale del Quartetto nel N. 10, preparato venticinque anni dopo la “prima” dell’opera per un concerto a Bologna in cui fu coinvolto lo stesso Rossini.

In qualche caso le copie manoscritte o il materiale d’esecuzione riportano varianti vocali effettuate da anonimi maestri dell’epoca (riportate nelle Note Critiche ad ogni singolo “numero”), che offrono all’esecutore moderno una testimonianza della prassi esecutiva coeva.

Nessuna partitura fu pubblicata prima dell’attuale edizione critica. Di riduzioni per canto e pianoforte dell’opera completa ne furono stampate solo due, entrambe dall’editore Ricordi. La prima edizione, alcuni brani della quale videro la luce quando ancora la produzione originaria dell’opera teneva le scene, contiene già alcune soluzioni alle ambiguità presenti nelle parti vocali dell’autografo forse adottate durante le esecuzioni. La seconda, completamente rifatta nel 1863 come parte della “Nuova compiuta edizione di tutte le opere teatrali edite ed inedite, ridotte per canto e piano, del celebre Maestro Gioachino Rossini”, fu chiaramente basata su un nuovo esame dell’autografo. Per questo, entrambe le riduzioni si sono mostrate utili nella preparazione dell’edizione critica riguardo alle soluzioni adottate per alcuni problemi sia musicali sia di scansione del testo cantato.

A dispetto della fortuna tutto sommato breve dell’opera sulle scene, esiste un’imponente quantità di estratti e arrangiamenti dei brani più celebri.

La fonte di base per il testo poetico è il libretto stampato in occasione della prima rappresentazione dell’opera; come di norma, è stato utilizzato per le indicazioni di scena, le didascalie e per il completamento della punteggiatura (elementi spesso lacunosi nell’autografo).