Gioachino Rossini: Ermione

Rossini Critical Edition

A cura di Patricia B. Brauner e Philip Gossett (1996)

Due volumi pp. XLVIII, 846 + commento critico pp. 119
GR 16
Riduzione canto e piano
CP 134548

L’edizione critica di Ermione è la prima e unica partitura a stampa esistente dell’opera; essa è stata realizzata sulla base del manoscritto autografo, oggi custodito a Parigi (Bibliothèque-Musée de l’Opéra, presso la Bibliothèque nationale de France), e restituisce il testo musicale dell’opera così come fu preparato da Rossini in vista del debutto scenico avvenuto a Napoli nel marzo 1819.

Tutti i problemi legati alla corretta lettura del manoscritto trovano risoluzione nel testo della partitura e sono diffusamente discussi nel Commento critico. Oltre al consueto lavoro di correzione di errori ovvi e di uniformazione verticale di ritmi e dinamiche incongruenti, l’edizione critica adegua alle consuetudini moderne l’indicazione delle alterazioni negli strumenti traspositori (clarinetti, corni, trombe); propone di affidare al Trombone III i numerosi passi ‘a solo’ notati da Rossini sul rigo riservato ai tre tromboni in organico senza però fornire una precisa indicazione di quale (o quali) dei tre strumenti debba effettivamente eseguirli; risolve l’ambiguità terminologica presente nell’autografo tra «Sistri» e «Triangolo», denominazioni equivalenti per Rossini, che le impiega indifferentemente per indicare il moderno Triangolo.

Come in altre opere napoletane, Rossini impiega in due numeri (NN. 5 e 9) la banda sul palco che annota nella partitura autografa nella consueta forma ridotta in forma di guida su un solo rigo. Poiché nessuna fonte dell’epoca tramanda una strumentazione di questi due passaggi, l’edizione non ne pubblica alcuna realizzazione; fornisce comunque i materiali esecutivi necessari per una sua realizzazione preparata tenendo conto degli organici effettivamente impiegati in due opere napoletane temporalmente vicine: Mosé in Egitto e La donna del lago.

Nell’Appendice I è pubblicata l’edizione di due fogli d’album (uno realizzato per Maria Szymanowska, l’altro per August Vincent) preparati da Rossini in anni successivi e contenenti due versioni della melodia di «Un’empia mel rapì», sezione centrale del N. 9 Gran Scena di Ermione. Questi due esempi – oltre a presentare importanti varianti testuali – testimoniano come l’interesse di Rossini per quest’opera non si fosse affievolito negli anni successivi al suo debutto.

Il testo verbale è desunto principalmente dalla partitura autografa; quando questa fonte è incompleta o palesemente erronea l’edizione si appoggia al libretto a stampa edito in occasione della prima napoletana, fonte dalla quale sono tratte le didascalie e le descrizioni sceniche quasi del tutto assenti nella partitura autografa.

Nella Prefazione alla partitura (sezione Notizie storiche), sono contenute una puntuale ricostruzione della genesi del libretto e della musica e una sezione dedicata alla descrizione dei riutilizzi della musica di Ermione in opere e lavori encomiastici successivi. Un approfondimento ancor più dettagliato su questo tema è inoltre offerto nell’Appendice II del Commento critico.

Nell’Appendice III del Commento critico è stato trascritto integralmente un prezioso documento inedito: lo scenario in cui il librettista Andrea Leone Tottola pianificò il primo atto dell’opera. Questo prezioso testo permette così di ricostruire le fasi di elaborazione drammatica del libretto.