Gioachino Rossini: Il barbiere di Siviglia

Rossini Critical Edition

A cura di Alberto Zedda (1968; nuova edizione, 2009)

Due volumi pp. XLIX, 953 + due volumi commento critico pp. 146 / 229
GR 35
Riduzione canto e pianoforte
CP 139906

Ricordi, in collaborazione con la Fondazione Rossini di Pesaro, presenta una nuova edizione critica del Barbiere di Siviglia, basata sull’ormai storica edizione a firma del medesimo curatore, interamente riveduta e aggiornata alla luce di nuove, inedite fonti, e dei criteri filologici maturati nel corso degli ultimi quarant’anni. La prima edizione critica del Barbiere, curata sempre da Zedda ed edita da Ricordi, risale al 1968: Zedda aveva sollevato una serie di critiche sulla partitura di tradizione che Ricordi aveva in catalogo, e convinse l’editore a investire su una nuova edizione dell’opera basata sul manoscritto originale di Rossini e su altre fonti, considerate anche oggi come fonti primarie: la copia manoscritta della Public Library di New York, le copie provenienti dalla copisteria Cencetti ora conservate alla Bibliomediateca dell’Accademia di Santa Cecilia, alla Biblioteca Palatina di Parma e alla Bibliothèque Nationale di Parigi, le copie di Napoli, di Firenze, le principali partiture e riduzioni a stampa dell’epoca, il primo libretto a stampa, le varie copie manoscritte dell’Aureliano in Palmira, opera nella quale Zedda riconobbe la fonte della Sinfonia del Barbiere.

L’edizione capovolse la visione del Barbiere rispetto a quanto trasmesso dalla tradizione testuale ed esecutiva tardo-ottocentesca, che aveva appesantito l’orchestrazione e travisato molti aspetti del dettato originale rossiniano: l’articolazione, le dinamiche, il fraseggio. L’edizione del 1968 permise di riportare il Barbiere al suo perfetto equilibrio tra voci e orchestra e alla sua adamantina trasparenza di scrittura, oltre a rendere disponibile in un testo autentico la fondamentale aria finale del Conte, Cessa di più resistere, recupero indispensabile per restituire al Conte di Almaviva la funzione di protagonista dell’opera assegnatagli da Rossini.

La nuova edizione critica pubblicata da Casa Ricordi - Fondazione Rossini, è partita da questo fondamentale lavoro aggiornando e ripensando tutto il testo musicale: tutte le fonti degli archivi e biblioteche italiane ed estere, i libretti, le fonti a stampa nonché i documenti relativi alla storia dell’opera, sono state analizzate al fine di stabilirne uno stemma coerente che ha precisato la definizione del contesto nel quale il capolavoro rossiniano è nato e cresciuto, stabilizzandosi nel repertorio teatrale. Le fonti autografe e le più importanti fonti manoscritte, già considerate da Zedda nella prima edizione, sono state riconsiderate sulla base di nuove ricerche che hanno permesso di localizzare manoscritti finora inediti e non considerati o sconosciuti agli studiosi, e di approntare un testo coerente sia dal punto di vista del musicista che del musicologo. É stato così possibile ricostruire, oltre al testo originale e alle versioni autentiche, la storia interpretativa dell’opera; la nuova edizione rende inoltre disponibile tutto quel prezioso corredo di variazioni originali composte da Rossini per varie interpreti. Tra queste le variazioni per la cavatina Una voce poco fa originariamente composte da Rossini per la cantante Matilde Juva nel 1852, le variazioni presenti nel fondo Michotte del Conservatorio di Bruxelles, le variazioni di Rossini per Eugénie Rouget conservate a Parigi.

L’edizione permette inoltre di ricostruire per la prima volta la versione completa dell’opera rappresentata al Teatro Contavalli di Bologna nell’agosto del 1816, che vede Rosina impegnata in una versione trasportata dell’Aria Cessa di più resistere, affidata nell’autografo al Conte di Almaviva. Particolare attenzione è stata posta al testo della Sinfonia, in considerazione dei problemi di strumentazione che essa pone: la nuova edizione presenta l’organico che appare nelle fonti principali del brano, evidenziando che timpani e gran cassa sono presenti solo nei manoscritti delle fonti principali della Sinfonia derivate da Aureliano in Palmira, opera di cui ad oggi non è stato rinvenuto l’autografo rossiniano, e discutendo dettagliatamente le problematiche relative all’organico e al Finale I, dove si affaccia una dei problemi musicologici più complessi e intriganti dell’opera.