Gioachino Rossini: La Cenerentola ossia La bontà in trionfo

Rossini Critical Edition

A cura di Alberto Zedda (1998)

Due volumi pp. LIX, 1115 + commento critico pp. 216
GR 21
Riduzione canto e pianoforte
CP 131821

La prima rappresentazione della Cenerentola ebbe luogo a Roma, al Teatro Valle, il 25 gennaio 1817. A causa dei tempi di composizione particolarmente ristretti, Rossini decise di avvalersi dell’aiuto del musicista romano Luca Agolini cui affidò la composizione dei recitativi secchi e di tre numeri dell’opera (N. 6, Aria Alidoro «Vasto teatro è il mondo»; N. 8, Introduzione [Coro di Cavalieri] «Ah! Della bella incognita»; N. 15, Aria Clorinda «Sventurata! Mi credea»). I tre brani sono riportati nel testo principale dell’edizione che riproduce così fedelmente l’opera come andò in scena al suo esordio.

La fonte principale dell’edizione critica è il manoscritto autografo che contiene per la maggior parte musica composta da Rossini e dai suoi collaboratori per la prima rappresentazione romana del 1817. Ad esso si aggiungono – tra le fonti principali – altri quattro autografi di Rossini:

  • Il manoscritto autografo dell’opera La gazzetta, la cui Sinfonia è stata trasferita direttamente ne La Cenerentola senza predisporre una nuova partitura. Rossini, comunque, vi aggiunse una parte ampliata per Trombone. L’autoimprestito della Sinfonia è dettagliatamente descritto nella Prefazione (sezione Notizie storiche Autoimprestiti) e nelle Note critiche relative.
  • L’autografo della Scena e Aria Alidoro N. 6a «Là del ciel nell’arcano profondo», composta da Rossini per la ripresa romana dell’opera avvenuta al Teatro Apollo nel 1820. Per la stagione di Carnevale 1821 era infatti stato scritturato il basso Gioachino Moncada e Rossini – a Roma per allestire nello stesso teatro Matilde di Shabran – non si lasciò sfuggire l’occasione di comporre per il cantante una nuova scena e aria che rimpiazzava quella precedentemente composta da Agolini. L’edizione del N. 6a è riportata nell’Appendice II.
  • L’autografo di un gruppo di variazioni e cadenze per il Rondò di Cenerentola (N. 16). Le varianti sono riportate nell’Appendice I.
  • L’autografo di una variante vocale per le battute 165-169 del N. 3, Duetto Cenerentola-Ramiro. La variante è riportata in partitura a piè di pagina.

Per quanto riguarda invece i brani composti da Agolini, le fonti principali per i recitativi secchi e per l’Aria di Clorinda (N. 15) sono le pagine manoscritte contenute nell’autografo rossiniano. Gli autografi del N. 6 (nel manoscritto rossiniano sostituito da un’aria di autore ignoto «Fa silenzio, odi un rumore», aggiunta nel 1818) e del N. 8 non sono invece stati reperiti, dunque la presente edizione ha assunto come testimone principale un manoscritto conservato alla Biblioteca di Santa Cecilia a Roma, unica fonte contente il Coro dei Cavalieri.

Come testimoni secondari per la realizzazione dell’edizione sono stati tenuti in particolare considerazione gli estratti manoscritti che presentano interessanti suggerimenti esecutivi come cadenze e variazioni. Infine, di particolare importanza si sono rivelate le riduzioni per canto e pianoforte a stampa: non solo esse offrono preziose informazioni sulla prassi rappresentativa dell’epoca, ma spesso propongono anche efficaci correzioni di errori e rimaneggiamenti di passi problematici.

Nella Prefazione alla partitura (sezione Notizie storiche), sono contenute una puntuale ricostruzione della genesi del libretto e della musica, una sezione dedicata agli autoimprestiti presenti nel testo originario e una dettagliata cronaca dell’esito della prima rappresentazione. Ad esse si aggiunge un importante paragrafo incentrato sulle più significative riprese di Cenerentola – successive alla prima e fino al 1830 – che consente di ricostruire i cambiamenti più importanti apportati alla struttura dell’opera negli anni immediatamente successivi:

  • Napoli, Teatro del Fondo, 1818. Benché non si abbiano prove della diretta partecipazione di Rossini, essa appare molto probabile dati gli stretti rapporti che all’epoca legavano il compositore all’impresario Domenico Barbaja. L’edizione sceglie quindi di riportare nell’Appendice III del Commento critico il testo letterario del libretto approntato per questa ripresa, che prevede la traduzione in dialetto napoletano della parte di Don Magnifico. La traduzione non ha comportato cambiamenti musicali all’interno dei numeri chiusi, mentre alcuni recitativi vennero modificati nella struttura. Non essendo stato rinvenuto alcun manoscritto contenente questi recitativi non è stato possibile includere nell’edizione alcun materiale musicale relativo a questa ripresa.
  • Roma, Teatro Valle e Teatro Apollo, 1818. Anche in questa occasione Rossini non ebbe alcun ruolo, ma essa resta significativa per due motivi: da un lato il librettista Ferretti apportò significativi cambiamenti al criticato libretto della prima; dall’altro la ripresa portò all’inserimento all’interno dell’autografo dell’aria di autore ignoto «Fa silenzio, odi un rumore», in luogo dell’Aria di Alidoro N. 6 «Vasto teatro è il mondo», composta da Agolini.
  • Parigi, Théâtre-Italien, 1822: durante queste rappresentazioni la parte di Cenerentola fu cantata dal soprano Emilia Bonini, la cui tessitura vocale era sensibilmente più acuta di quella della prima interprete Geltrude Righetti-Giorgi. L’edizione riporta nelle note critiche al N. 16 le varianti vocali con la tessitura adattata per soprano nel Finale Secondo.

Nell’Introduzione alla partitura (Sezione Problemi particolari) sono trattate alcune questioni problematiche legate alla notazione rossiniana (discordanze ritmiche tra la nota di basso e canto e quella degli altri strumenti a conclusione di frase, improprietà di certe formule ritmiche, abbreviazioni, cambiamenti e correzioni, abbellimenti e appoggiature, recitativi secchi), alla strumentazione (con particolare attenzione a corni e trombe, flauti e ottavini, gran cassa, batteria e timpani, trombone), e alle parti vocali. Un ultimo paragrafo fornisce infine suggerimenti utili ad operare eventuali tagli e aggiungere brani in una moderna ripresa dell’opera.