Antonio Vivaldi: La fida ninfa RV 714

Vivaldi Hardbound

A cura di Marco Bizzarini e Alessandro Borin

Due volumi: partitura pp. XXIV, 289 / Introduzione e commento critico pp. 94 [testi in italiano e inglese]
PR 1408
Riduzione canto e pianoforte
CP 140601

[Estratto dall'Introduzione]

Vivaldi intonò il libretto de La fida ninfa, dramma per musica in tre atti di Scipione Maffei, in vista dell’inaugurazione del nuovo teatro dell’Accademia Filarmonica di Verona che ebbe luogo il 6 gennaio 1732, nella stagione di carnevale, con una ricca scenografia di Francesco Bibiena. Fra i sei cantanti scritturati spiccavano le due donne Maria Giovanna Gasperini e Gerolama Madonis, nelle vesti delle ninfe Licori ed Elpina, ed il basso Francesco Venturini nel ruolo del corsaro Oralto. I balli a conclusione di ciascun atto furono ideati da Andrea Catani, ballerino e coreografo del re di Polonia.

Dopo la première al Teatro dei Filarmonici veronesi, l’opera tornò in scena a Vienna, nel 1737, sotto diverso titolo: Il giorno felice. In questa nuova versione, di cui non sono pervenute fonti musicali, il libretto maffeiano subì parecchie alterazioni. Non sono note ulteriori riprese settecentesche.

In epoca moderna, rispetto ad altri melodrammi vivaldiani, La fida ninfa poté fruire di una precoce riscoperta: fu infatti rappresentata nell’estate del 1958 a Bruxelles, Parigi e Nancy con la direzione di Angelo Ephrikian, e quindi nel giugno del 1962 al Teatro Piccola Scala di Milano con la direzione di Nino Sanzogno: per quest’ultima occasione gli esecutori si avvalsero dell’edizione musicale a cura di Raffaello Monterosso, pubblicata due anni dopo. Più recentemente, l’opera ha richiamato l’attenzione specifica di diversi studiosi per quanto riguarda la musica, il libretto, la scenografia ed i rapporti con l’Accademia Filarmonica di Verona.

Se La fida ninfa, assieme alla metastasiana Olimpiade, fu una delle prime opere di Vivaldi ad avere una ripresa novecentesca, ciò si deve principalmente al prestigio del suo librettista: il letterato veronese Scipione Maffei, straordinario erudito e filologo dei suoi tempi. Proprio la fama del marchese Maffei, assieme al suo status aristocratico ed al suo occasionale ruolo d’impresario teatrale, garantì un atteggiamento insolitamente rispettoso, si direbbe perfino deferente, da parte di Vivaldi nei confronti del testo drammatico.

Le informazioni cronologiche in nostro possesso, come vedremo, consentono di affermare che la musica per La fida ninfa fu composta in un tempo ragionevolmente breve. Al contrario, la stesura del libretto maffeiano ebbe una genesi insospettabilmente complessa, cosi come travagliata, onerosa ed irta di ostacoli si rivelò l’apertura del nuovo teatro veronese.


Elenco delle arie

Atto I
Oralto, Chi dal cielo o dalla sorte
Morasto, Dolce fiamma del mio petto
Licori, Selve annose, erme foreste
Elpina, Aure lievi che spirate
Licori, Alma oppressa da sorte crudele
Oralto, Cor ritroso che non consente
Morasto, Dimmi, Amore

Atto II
Licori, Il mio core, a chi la diede
Elpina, Egli è vano il dirmi ognora
Osmino, Ah, che non posso lasciar d’amare
Narete, Deh ti piega, deh consenti
Licori, Amor mio, la cruda sorte
Oralto, Ami, la donna imbelle
Osmino, Qual serpe tortuosa
Morasto, Destin avaro
Narete, Non tempesta che gli alberi sfronda

Atto III
Elpina, Cerva che al monte
Oralto, Ben talor meco m’adiro
Licori, Vado, sì, dove a te piace
Morasto, Vanne, ingrata, e per vendetta
Narete e Osmino, Pan ch’ognun venera
Oralto, Perdo ninfa ch’era una dea
Morasto, Dite, oimè! ditelo, al fine
Elpina, Cento donzelle
Morasto, Tra inospiti rupi
Licori, Dalla gioia e dall’amore
Giunone, Da gl’egri mortali
Eolo, Spirti indomabili
Eolo, Non temer, ché splenderà
Giunone, Ma giovar questo non può