Antonio Vivaldi: Giustino RV 717

Vivaldi Hardbound

A cura di Reinhard Strohm (1991 / ristampa 2022)

Due volumi: partitura pp. XXIV, 525 / Introduzione e commento critico pp. 245 [testi in italiano e in inglese]
PR 1276

[Estratto dall'Introduzione e Commento critico]

Il Giustino fu composto da Vivaldi nel 1724, come seconda opera di carnevale per il Teatro Capranica di Roma. Mostra il compositore alla vigilia di una modernizzazione del proprio stile, mentre, nello stesso tempo, sintetizzava le conquiste più personali dei suoi primi anni. Dopo la prima rappresentazione di quell’anno, il titolo fu sottratto al circuito esecutivo e non più riutilizzato per esecuzioni pubbliche fino al 1985, quando venne diretto da Alan Curtis, sulla base di questa edizione che oggi ripubblichiamo, al Teatro Olimpico di Vicenza, a Versailles e al Teatro La Fenice di Venezia.

Il Giustino è uno dei venti drammi per musica di Vivaldi per il quale è pervenuto abbastanza materiale autografo da poter permettere una riproposta scenica moderna, con l’inclusione dei recitativi. Fa parte dei 27 volumi manoscritti per la maggior parte autografi, che devono aver fatto parte della biblioteca personale di Vivaldi, dalla quale passarono, nel Settecento, alle biblioteche veneziane di Jacopo Soranzo e Giacomo Durazzo e oggi conservati nelle Raccolte Mauro Foà e Renzo Giordano della Biblioteca Nazionale di Torino.

Come dimostra il manoscritto stesso, nessun altro - nemmeno lo stesso Vivaldi - modificò il testo musicale del Giustino dopo il 1724 e, come dimostrerà l’analisi della carta, l’intero manoscritto fu realizzato a Roma in poche settimane prima dell’esecuzione.

Tutte le copie eseguite durante il Settecento devono essere state effettuate da altre copie realizzate quando gli autografi erano in possesso dello stesso Vivaldi. In effetti, l’unica copia completa di una delle sue opere eseguita nel Settecento ed oggi a noi nota (la copia berlinese del Teuzzone) fu realizzata da copisti sotto la sua supervisione e firmata dallo stesso Vivaldi.

Tutto questo colloca l’autografo a noi pervenuto del Giustino in una posizione molto autorevole. È la partitura utilizzata sia per la composizione sia per l’esecuzione (anche se quest’ultima funzione non può in effetti essere provata con assoluta certezza).

Tutte le modifiche e i differenti ‘stadi’ della compilazione che possono comunque essere identificati nella partitura derivano dal periodo stesso della composizione, delle prove e dell’esecuzione ed essa fu usata solamente dal compositore stesso che ne ricopiò alcuni brani isolati per inserirli in sue opere successive.

L’unica altra fonte importante del Giustino è egualmente isolata per quanto riguarda la sua situazione testuale: il libretto a stampa del 1724. Secondo l’uso del tempo, deve essere apparso a distanza di pochi giorni dalla prima rappresentazione, e lo stampatore deve aver desiderato offrire un testo il più possibile vicino a quello cantato.


Elenco delle arie

Atto I
Arianna con coro, Viva Augusto eterno Impero
Anastasio con coro, Viva Arianna, e il suo bel core
Anastasio, Un vostro sguardo
Arianna, Da’ tuoi begl’occhi impara
Giustino, Bel riposo de’ mortali
Fortuna, Della tua sorte (versione «A»)
Fortuna, Della tua sorte (versione «B»)
Leocasta, Nacque al bosco e nacque al prato
Arianna, Sole degl’occhi miei
Amanzio, La gloria del mio sangue
Anastasio, Vedrò con mio diletto
Giustino, Allor che mi vedrò
Leocasta, No, bel labro, men sdegnoso
Andronico, È pur dolce ad un’anima amante
Vitaliano, All’armi, o guerrieri!
Vitaliano, Vanne sì, superba, va
Arianna, Mio dolce amato sposo

Atto II
Anastasio, Sento in seno ch’in pioggia di lacrime
Polidarte, Ritrosa bellezza
Duetto, Arianna e Anastasio, Mio bel tesoro, mia dolce speme
Arianna, Per noi soave e bella
Vitaliano, Quel torrente che s’innalza
Andronico, Più bel giorno e più bel fato
Leocasta, Senti l’aura che leggiera
Arianna, Augelletti garruletti
Anastasio, Verdi lauri, cingetemi il crine
Giustino, Su l’altar di questo Nume (versione «A»)
Giustino, Su l’altar di questo Nume (versione «B»)
Amanzio, Candida fedeltà
Anastasio, Taci per poco ancora
Vitaliano, Quando serve alla ragione
Anastasio, Se all’amor, ch’io porto al trono
Arianna, Dalle gioie del core amor pendea
Leocasta, Sventurata navicella
Giustino, Ho nel petto un cor sì forte

Atto III
Vitaliano, Il piacer della vendetta
Giustino, Zeffiretto, che scorre nel prato
Arianna, Quell’amoroso ardor
Giustino, Il mio cor già più non sa
Leocasta, Senza l’amato ben
Amanzio, Sì, vo a regnar
Arianna, Sentire che nel sen (versione «A»)
Arianna, La cervetta timidetta (versione «B»)
Amanzio, Or che cinto ho il crin d’alloro
Duetto, Arianna e Anastasio, In braccio a te la calma
Leocasta, Lo splendor ch’a sperare m’invita
Coro, Doppo i nembi e le procelle