Antonio Vivaldi: La Griselda RV 718

Vivaldi Hardbound

A cura di Marco Bizzarini e Alessandro Borin

Due volumi: partitura pp. XXIV, 230 / Introduzione e commento critico pp. 96 [testi in italiano e inglese]
PR 1428
Riduzione canto e pianoforte
CP 140454

[Estratto dall'Introduzione]

L’unica fonte musicale unitariamente intesa de La Griselda, RV 718, è il manoscritto autografo della partitura conservato alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (Foà 36, cc. 132-247). La grafia ordinata e l’assenza di vere e proprie correzioni compositive indicano che si tratta di una copia realizzata senza particolare fretta o pressione. Le occasionali cancellature o abrasioni, tanto a fresco che a secco, sono in effetti il risultato di ripensamenti dell’ultimo minuto (a riprova della cura profusa da Vivaldi nel proprio lavoro), o, nella maggior parte dei casi, di semplici errori meccanici di copiatura.

La partitura reca però traccia di alcune modifiche più profonde e sostanziali, originate dallo spostamento di una certa quantità di materiale musicale dalla sua posizione originaria, oppure dall’aggiunta di materiale inizialmente non previsto, con o senza l’eliminazione di quello già esistente. Poiché queste varianti possono fornirci delle informazioni preziose sul metodo di lavoro di Vivaldi e sui problemi che dovette affrontare nei momenti precedenti la messa in scena dello spettacolo, esse saranno analizzate in dettaglio nel capitolo dedicato alla descrizione del manoscritto autografo. Per il momento, è sufficiente rimarcare come la forma assunta dal testo in seguito all’introduzione di queste modifiche coincida con quella attestata nel libretto a stampa, tanto da ritenere che tutte le revisioni apportate alla prima stesura dell’opera risalgano a una fase anteriore alla première.

Vivaldi, com’era suo costume, sottrasse la partitura al circuito esecutivo subito dopo la conclusione della stagione operistica per cui fu composta e rappresentata. Ciò contribuisce a spiegare la quasi totale assenza di fonti musicali secondarie, eccezion fatta per un paio di arie sciolte conservate presso la Musikabteilung della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino e il Fondo Noseda della Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano. Si tratta, in ogni caso, di brani copiati e messi in circolazione soltanto dopo la morte del compositore, quando altri ebbero accesso alla sua biblioteca personale e poterono redigere delle copie per sé o per terzi.

Anche la sinfonia introduttiva conobbe una certa diffusione come brano strumentale indipendente, testimoniata da una partitura manoscritta custodita presso la Musik- och teaterbiblioteket di Stoccolma. È difficile appurare se la copia svedese, che risale alla seconda metà del diciannovesimo secolo, sia stata ricavata da un manoscritto direttamente imparentato con l’autografo di Griselda oppure da una fonte appartenente a una linea stemmatica indipendente. La presenza di alcune varianti autonome, testimoniate sia dall’una che dall’altra fonte, parrebbe però avvalorare questa seconda eventualità.

L’unica altra fonte autorevole de La Griselda è il libretto a stampa, edito dallo stampatore veneziano Marino Rossetti nell’imminenza della prima rappresentazione. Il testo non ha passi stampati fra virgolette, né fogli volanti («carticini») inseriti per segnalare aggiunte o sostituzioni dell’ultima ora. Quasi la metà delle copie superstiti sono però prive della firma di Domenico Lalli in calce alla lettera di dedica (si tratta, evidentemente, di una diversa emissione della medesima composizione tipografica). Anche se il libretto e la partitura prendevano forma ed erano usati simultaneamente, essi conservavano nondimeno una certa autonomia, soprattutto per ciò che concerneva la loro specifica funzione e i loro rispettivi destinatari. La presenza di «varianti autonome» in entrambe le fonti esclude a priori la possibilità che una sia derivata esclusivamente dall’altra, mentre le occasionali discrepanze fra le parole stampate nel libretto e quelle riportate sotto le note della partitura autografa non riflettono uno stadio di elaborazione più avanzato di una o dell’altra fonte, ma sono semplicemente il risultato di una mancanza di comunicazione fra il compositore e/o il librettista e lo stampatore.

Esiste, infine, un altro gruppo di «fonti», intese nel senso letterale della parola, vale a dire quei manoscritti di suoi precedenti lavori, che Vivaldi utilizzò per ricavare sette brani, con aggiustamenti e modifiche di varia consistenza e natura. Di norma, tali varianti non dovrebbero influenzare il testo dell’edizione, perché la loro lezione ha minore autorità rispetto a quella dell’autografo. In ogni caso, è stato necessario verificare se Vivaldi, servendosene, sia incorso in eventuali errori di copiatura o, a causa della fretta, abbia tralasciato alcuni dettagli della notazione originaria. Laddove questo fosse accaduto, la lezione trasmessa dalla fonte preesistente costituirebbe pertanto una valida alternativa all’autografo.


Elenco delle arie

Atto I
Gualtiero, Se ria procella
Griselda, Brami le mie catene
Ottone, Vede orgogliosa l’onda
Costanza, Ritorna a lusingarmi
Roberto, Estinguere vorrei
Corrado, Alle minacce di fiera belva
Griselda, Ho il cor già lacero

Atto II
Corrado, La rondinella amante
Costanza, Agitata da due venti
Roberto, Dal tribunal d’amore
Griselda, No, non tanta crudeltà
Ottone, Scocca dardi l’altero tuo ciglio
Roberto, Che legge tiranna!
Gualtiero, Tu vorresti col tuo pianto

Atto III
Griselda, Son infelice tanto
Roberto, Moribonda quest’alma dolente
Costanza, Ombre vane, ingiusti orrori
Ottone, Dopo un’orrida procella
Gualtiero, Sento che l’alma teme