Antonio Vivaldi: Il Teuzzone RV 736

Vivaldi Hardbound

A cura di Alessandro Borin e Antonio Moccia

Due volumi: partitura pp. XXIV, 298 / Introduzione e commento critico pp. 246 [testi in italiano e inglese]
PR 1450
Riduzione canto e pianoforte
CP 140505

[Estratto dall'Introduzione]

Il Teuzzone è uno dei tre drammi per musica intonati da Antonio Vivaldi di cui ci sono pervenuti due esemplari completi della partitura (gli altri sono Arsilda, regina di Ponto, RV 700, e Tito Manlio, RV 738). Il primo testimone («A»), un tempo appartenuto all’archivio personale del compositore, è oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino; il secondo testimone («B») è una copia realizzata a Mantova in funzione della messa in scena, successivamente sfuggita al controllo del compositore e portata forse oltralpe dal langravio o da un aristocratico tedesco appartenente al suo entourage, attualmente custodita presso la Staatsbibliothek zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz. Il testimone A è una partitura di lavoro redatta da tre diversi copisti («4», «10», «11», secondo la classificazione di Paul Everett), con integrazioni e modifiche di mano di Vivaldi; il testimone B è una ‘copia calligrafica’ di A, realizzata dai medesimi copisti, sempre sotto la supervisione del compositore.

Il secondo manoscritto fu realizzato prima di andare in scena, ma dopo che Vivaldi ebbe apportato alla sua partitura di lavoro una serie di revisioni e modifiche. In una fase successiva, quando la copia era già stata realizzata, il compositore introdusse in A delle ulteriori correzioni (intervenendo soprattutto sulle sviste dei copisti) e varianti, che furono riportate in B solo occasionalmente, spesso in forma di appunto. Altre modifiche, come parti e passi strumentali aggiunti o annotazioni relative all’organico indicate in forma tachigrafica, furono invece inserite solamente in B. Probabilmente, la funzione di B era analoga a quella della copia calligrafica del Tito Manlio rappresentato a Mantova subito dopo Il Teuzzone, quando entrambi gli esemplari della partitura furono utilizzati per la messa in scena.

Il testimone principale di questa Edizione critica è la partitura di lavoro del compositore, A. Entrambi i testimoni, ancorché completi, sono privi della sinfonia iniziale. Questa lacuna, comune ad altre partiture operistiche vivaldiane, è dovuta al fatto che i brani strumentali introduttivi erano spesso composti per ultimi e, come tali, venivano notati su un fascicolo a parte. Per la messinscena del Teuzzone fu utilizzata la sinfonia di Arsilda, regina di Ponto. Il testimone principale utilizzato per questa Edizione è la copia della sinfonia realizzata a Mantova («S») appositamente per la rappresentazione del Teuzzone dallo «Scribe 12», che la ricavò dall’autografo di Arsilda.

L’unico altro testimone autorevole del Teuzzone è il libretto edito dal tipografo arciducale, Alberto Pazzoni. Il testo non ha passi stampati fra virgolette, né fogli volanti (carticini) inseriti fra le pagine per segnalare aggiunte o sostituzioni di particolare rilievo. Anche se libretto e partitura prendevano forma simultaneamente, essi conservano una relativa autonomia, soprattutto per ciò che concerne la diversa funzione e i rispettivi destinatari. Le occasionali discrepanze fra le parole stampate nel libretto e quelle riportate sotto le note in partitura non riflettono uno stadio di elaborazione più avanzato di una o dell’altro testimone, ma sono semplicemente il risultato di deficit comunicativi fra compositore e/o poeta ‘accomodatore’ e stampatore, disallineamenti da ricondurre ai tempi e alle modalità produttive dello spettacolo teatrale.

Caratteristiche del testimone principale: processi e categorie di revisione

La fonte A è una partitura di lavoro, vale a dire una stesura preliminare dell’opera redatta in forma completa, o prossima alla completezza, che fungeva da canovaccio su cui apportare tutte le modifiche necessarie per le esigenze di una particolare messa in scena. Questo modus operandi, che è tipico della fase iniziale della carriera di Vivaldi, ma che permane – sia pure in maniera più sporadica – anche in seguito, riflette le normali condizioni di lavoro di un compositore teatrale del primo Settecento. La partitura di un’opera, infatti, prendeva forma per stadi successivi, tenendo conto di tutti i condizionamenti e i fattori che concorrevano a determinare la sua fisionomia definitiva.

Fino a qualche anno fa, la ricerca vivaldiana era propensa a considerare Il Teuzzone un pasticcio in virtù dell’alto tasso di prestiti e riusi (maggiore di altri melodrammi vivaldiani), oltre al fatto che almeno un’aria attestata nella partitura, Ritorna a lusingarmi (II.17), era attribuita, secondo altre fonti, a Giuseppe Maria Orlandini. Studi più recenti hanno messo in luce il rapporto esistente fra il libretto del Teuzzone mantovano e quello messo in scena a Torino, nel settembre del 1716, al Teatro Carignano, con le note di Casanova e Fioré. Tali somiglianze non riguardano solo l’impianto drammaturgico generale, ma anche i testi di parecchi numeri musicali attestati nei residui di brani copiati nella prima stesura della partitura di Vivaldi e poi espunti. L’ipotesi di una contaminazione fra le due produzioni operistiche è suggerita anche dal fatto che le rispettive compagnie di canto avevano un interprete in comune, il contralto Anna Maria Lodovica d’Ambreville, e che il leader di quella torinese, il contralto evirato Battistino Carboni («Carboncino»), era uno dei veterani della Cappella Arciducale mantovana. Una copia della partitura di Casanova e Fioré potrebbe, dunque, essere stata portata a Mantova da uno dei cantanti, anche se non si può escludere un accordo indipendente fra i rispettivi teatri. Secondo Strohm, che ha sostenuto per primo questa ipotesi, non si può nemmeno escludere che anche i recitativi del Teuzzone mantovano derivino, almeno in parte, dalla partitura di Torino, vista la compatibilità dei rispettivi registri vocali.


Elenco delle arie

Atto I
Egaro, Come suol la navicella
Zidiana, Tu, mio vezzoso
Sivenio, In trono assiso
Cino, Taci per poco ancora
Teuzzone, Ove giro il mesto sguardo
Zidiana, Sarò tua regina e sposa
Zelinda, La timida cervetta
Aria a 4, Alma bella che vedi il mio core
Teuzzone, Come fra turbini
Cino, Mi va scherzando in sen
Sivenio, Non paventa già mai le cadute
Zelinda, Ti sento, sì, ti sento

Atto II
Teuzzone, Di trombe guerriere
Teuzzone, Tornerò, pupille belle
Zelinda, Un’aura lusinghiera
Egaro, La gloria del tuo sangue
Zidiana, Vedi le mie catene e ti confondi
Teuzzone, Sì, ribelle anderò, morirò
Sivenio, Non temer, sei giunto in porto
Cino, Nel suo carcere ristretto
Zelinda, Guarda in quest’occhi e senti
Zidiana, Ritorna a lusingarmi

Atto III
Cino, Quanto costi al mio riposo
Zelinda, Con palme ed allori
Zidiana, Sì, per regnar
Cino, Son fra scogli e fra procelle
Sivenio, Base al regno e guida al trono
Teuzzone, Antri cupi, infausti orrori
Teuzzone, Dille ch’il viver mio
Zidiana, Io sembro apunto