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Battistelli: intervista su 'Il medico dei pazzi'

Battistelli: intervista su 'Il medico dei pazzi'

Il 20 giugno all’Opéra national de Lorraine a Nancy andrà in scena la prima assoluta di Il medico dei pazzi, opera comica (di cui lei ha scritto il libretto), liberamente adattato alla omonima commedia napoletana di Edoardo Scarpetta. Sulla scena 11 cantanti e un coro, diretti da Francesco Lanzillotta. La regia è di Carlos Wagner. 

Dopo due anni dalla prima assoluta di Nancy, una nuova produzione di Il medico di pazzi, opera comica di Giorgio Battistelli, sarà rappresentata a Venezia il 15 ottobre al Teatro Malibran, in prima italiana. L’Orchestra del Teatro La Fenice, è diretta da Francesco Lanzillotta.  La regia è affidata a Francesco  Saponaro. 

Leggi l'intervista al compositore rilasciata in occasione della prima assoluta.



Cosa l’ha portata a scrivere un’opera comica e scegliere un testo del primo novecento?
Spesso è stata assente dalla musica contemporanea la dimensione ironica e quella comica, due aspetti molto difficili da esprimere attraverso un linguaggio musicale non tonale. Sovente si sono potute esprimere le componenti grottesche, paradossali, ma negli ultimi trenta anni la comicità e ancora di più l’ironia sono state quasi del tutto estranee dal linguaggio musicale del nostro tempo.

Come si traduce nella scrittura il comico? Ha delle particolari caratteristiche?
Il comico, come il drammatico, si esprime attraverso il ritmo drammaturgico di una narrazione o di una antinarrazione, è sempre un problema formale, di relazione tra un precedente e un conseguente.  La forma musicale si confronta con delle aspettative di ascolto e l’elusione di queste aspettative crea soluzioni che possono sorprenderci e divertirci.

Ci può parlare di come ha lavorato con il regista Carlo Wagner?
Ritengo che la partitura sia il fulcro dell’opera e che il lavoro di regia sia sempre l’espressione di una delle tante interpretazioni. Ma tutto deve essere generato dalla musica. Le regie più efficaci sono quelle che rispettano la partitura, che non la sorreggono ma ne completano l’espressione musicale.

Il medico dei pazzi è la sua seconda opera che il teatro di Nancy le ha commissionato. La prima è stata Divorzio all’Italiana (ricordiamo il famoso film di Pietro Germi) andata in scena nel 2008. Che tipo di legame c’è (se c’è) tra le due opere?
Una delle relazioni che si possono trovare tra Il medico dei pazzi e Divorzio all’italiana è il riferimento a una caratteristica dell’Italia che viene solo ricordata in maniera stereotipata. Da una parte c'è l’Italia della Sicilia, della gelosia e del rapporto passionale e possessivo, e dall'altra parte c'è un mondo napoletano scaltro, furbo, intelligente, che si muove con libertà nel malinteso. Mentre Divorzio all’italiana ha un legame con la cronaca nera, Il medico dei pazzi è collegata con un filo rosso alla Commedia dell’Arte italiana.

Il suo ampio catalogo annovera circa 75 composizioni, di cui quasi la metà è rappresentata da titoli di teatro musicale, ispirati a romanzi, drammi di grandi scrittori (ne citiamo alcuni: Antonin  Artaud, Gabriel García Márquez, Pier Paolo Pasolini, William Shakespeare ). Ci può dire cosa rappresenta per Lei scrivere un’opera?
La scrittura musicale, la scrittura di un’opera è per me l’unico modo di relazionarmi con il presente e di esprimere la vertigine del nostro tempo.

Il medico dei pazzi è una coproduzione Opéra national de Lorraine e Theater Münster . Su quali progetti sta lavorando ora?

Attualmente sto terminando la partitura dell’opera CO2 che verrà presentata alla Scala di Milano nel 2015 con la regia di Robert Carsen, e nel 2017 in Germania ci sarà la prima assoluta dell’opera LOT.


(c) Opera national lorraine


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