News

Nuova edizione del

Nuova edizione del "Prometeo" di Luigi Nono

La presente edizione risponde a un duplice scopo. Da un lato, si propone di accertare il testo musicale così come si è definito attraverso l’esperienza delle esecuzioni alle quali Nono prese parte. Dall’altro, mira a fornire le necessarie indicazioni relative alla prassi esecutiva delle voci, degli strumenti e dell’elettronica. Obbedisce a criteri di praticità anche la decisione di far precedere le indicazioni tecnico-esecutive da un ampio saggio di Carola Nielinger-Vakil, che illustra il retroterra filosofico dell’opera in stretta connessione con i suoi aspetti formali.

L’edizione adotta il testo della seconda, definitiva versione del Prometeo, eseguita per la prima volta a Milano, allo Stabilimento Ansaldo (settembre-ottobre 1985) e ripresa a Francoforte (Alte Oper, agosto 1987), Parigi (Théâtre National de Chaillot, ottobre 1987) e Berlino (Kammermusiksaal der Philharmonie, agosto 1988), con Nono alla Regia del suono. La finalità dell’edizione è anzitutto pratica, ma la natura dell’opera e la prassi compositiva di Nono hanno reso necessario, per definire compiutamente il testo musicale, consultare più fonti: l’autografo consegnato da Nono all’editore, la copia a stampa da lui impiegata in tutte le esecuzioni alle quali prese parte, le partiture e le parti staccate degli interpreti che lavorarono con Nono, i protocolli di lavoro dell’Experimentalstudio di Friburgo (dove Nono elaborò l’elettronica per il Prometeo), le registrazioni radiofoniche delle esecuzioni alle quali Nono partecipò.

Determinante, nella concezione dell’edizione, la pluriennale esperienza di André Richard nella realizzazione di Prometeo, dalle prime esecuzioni di Venezia (1984) e Milano (1985) fino al 2015, con ruoli che vanno dalla preparazione del coro e dei solisti vocali, alla direzione della Regia del suono, alla progettazione dello spazio sonoro.

Acquista l'edizione

Vai al catalogo digitale di Luigi Nono

 

Estratto dal saggio introduttivo

a cura di Marco Mazzolini, Managing Editor Casa Ricordi

Com’è noto, dopo e oltre l’esperienza allo Studio di Fonologia della Rai di Milano e al Centro di Sonologia Computazionale di Padova, Nono ebbe modo di sperimentare le risorse del live electronics a partire dal 1980 a Friburgo in Brisgovia, presso l’Experimentalstudio della Heinrich-Strobel-Stiftung della SWR (Südwestrundfunk), all’epoca ancora SWF (Südwestfunk). Qui, egli poteva contare su un arsenale tecnologico pionieristico e di altissimo livello, e valersi della collaborazione di una cerchia stabile di interpreti e tecnici. Saperi e prassi si intrecciavano nel lavoro comune e, nell’interazione fra invenzione compositiva e sperimentazione, la dimensione tecnica e quella interpretativa fluivano l’una nell’altra, fondendosi e annodandosi in modo inestricabile. Tale metodo di lavoro, che sollecitava il contributo individuale e la partecipazione attiva di ciascuno in un’atmosfera “di bottega”, favorì il nascere di prassi specifiche e di convenzioni implicite. L’espressione di tali pratiche si cristallizzò spontaneamente in un gergo che, specie in relazione a tecniche particolari, finì col pervadere capillarmente le partiture.

A questo dato va aggiunta una considerazione. Il testo musicale è per Nono una realtà dinamica non solo perché nasce da una dimensione sperimentale, ma anche perché, attraverso la mediazione dell’interprete, vive delle sollecitazioni del contesto esecutivo. In particolare, nelle opere con live electronics il dato testuale è sensibile alle caratteristiche acustiche dello spazio dell’esecuzione, specie sul piano della definizione dei parametri del trattamento elettroacustico del suono. Così, Nono intervenne sulla partitura di Prometeo in ciascuna delle esecuzioni alle quali prese parte, non soltanto nel passaggio dalla prima versione (Venezia, 1984) alla seconda (Milano, 1985), ma anche nelle successive riprese di quest’ultima.

In una prospettiva strettamente editoriale, le conseguenze di tale situazione sono essenzialmente tre.

La prima è che la partitura consegnata da Nono all’editore Ricordi appare per molti aspetti ellittica, a causa dell’assenza di indicazioni necessarie all’esecuzione, o a causa del carattere gergale-iniziatico con cui esse vengono espresse, frutto del regime di oralità secondaria che si era stabilito nell’ambiente di lavoro sperimentale in studio. Nel redigere la nuova edizione di Prometeo si è posta dunque l’esigenza di rendere esplicito ed ecumenico il codice vigente all’interno della partitura, destinato agli interpreti della “bottega”. Completare l’informazione tecnico-stilistica, codificare in modo pertinente le modalità di produzione del suono e del trattamento elettroacustico, elaborare criteri e simbologia di una notazione per l’elettronica in assenza di una notazione standard (si veda più oltre, nella sezione Criteri editoriali, il paragrafo Notazione dell’elettronica), sono state le operazioni fondamentali di tale rimodulazione espressiva.

La seconda conseguenza della prassi sopra descritta è che il testo è in certa misura diffuso, vale a dire depositato in più fonti. Se le partiture di Nono – l’autografo consegnato all’editore e la copia a stampa da lui impiegata in tutte le esecuzioni alle quali prese parte – rappresentano la fonte principale, accanto ad esse, quale loro complemento, vi sono le memorie, variamente codificate, di chi con Nono lavorò, in studio, in prova, in concerto: le partiture e le parti staccate degli interpreti, o altre loro testimonianze scritte, i protocolli di lavoro dell’Experimentalstudio di Friburgo. Tali testimoni sono stati vagliati criticamente, e le eventuali lezioni divergenti da essi attestate, in quanto costituitesi con il concorso dell’autore, vengono considerate varianti autentiche (si veda, più oltre, il paragrafo Fonti).

La terza conseguenza dello stato di cose sopra descritto è la multistratificazione del testo, connessa alla prassi noniana di intervenire sulla partitura ad ogni nuova esecuzione, introducendovi varianti di maggiore o minore entità. Nella partitura d’uso di Nono tali varianti sono attestate in diversi colori, corrispondenti ai diversi cicli di esecuzioni dell’opera. Si è pertanto resa necessaria – pur nei limiti dettati delle finalità pratiche dell’edizione – una stratigrafi a che consentisse di discernere i differenti livelli di intervento e di sceverare le varianti integrate al testo in modo permanente da quelle aventi valore occasionale.

Torna indietro