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Sciarrino torna Ricordi con una nuova opera

Sciarrino torna Ricordi con una nuova opera

Salvatore Sciarrino pubblicherà i suoi prossimi lavori con Casa Ricordi. I titoli si aggiungeranno al ricco catalogo Ricordi del compositore che già raccoglie la sua produzione tra il 1969 e il 2004. Le opere composte tra il 2004 e il 2021 sono pubblicate da Rai Com.

In prima assoluta a Milano l’8 maggio 2022 Una lettera e 6 canti, per voce e sei musicisti, co-commissione di Milano Musica, Montréal / Nouvelles Musiques, Acht Brücken Festival | Musik für Köln.

Si attende invece il 2023 per la nuova opera Venere e Adone, su libretto di Fabio Casadei Turroni e Salvatore Sciarrino, commissione della Staatsoper di Amburgo.

Venere e Adone: note del compositore

Naufragio di un mito. Per comprendere meglio il sottotitolo, possiamo cominciare dalla fine. L’Epilogo, infatti richiama in scena la schiera dei personaggi al gran completo, ed essi cantano senza mezzi termini: avete assistito a una tremenda storia d’amore. Ma poi chi ha vinto, si domandano, Amore o Morte?

Noi ripensiamo al quadro di Watteau, L’imbarco per Citera. Le coppie galanti che vediamo vagare, son appena scese a riva, o ancòra devono salire sulla barca? La questione si fa seria. Stanno già, spaesati, sull’isola dove è nata Venere, o su quella dei morti, per non più lasciarla?

La mitologia entra ancora nella nostra vita quotidiana, e quanto! Basta guardarsi intorno: il treno dove sto scrivendo passa per la stazione secondaria di Firenze, Campo di Marte. È il nome di un’area fuori città, una volta destinata alle manovre e alle parate militari.

Venere e Adone rappresenta gli dei immortali con cinismo non ostentato, ed essi incarnano la parodia d’ogni umana debolezza. Anche Adone, povero mortale, si rende ridicolo con la spavalderia di un adolescente; in realtà è un giocattolo nelle mani degli dei. Amore stesso, quintessenza di un capriccio spietato, lo compatisce mentre accetta di mettere una sua freccia fra quelle di Adone.

Fra i protagonisti, paradossalmente, il Mostro sarebbe l’unico a mostrare vaghi accenni di sensibilità.

Fonte principale del libretto è l’Adone di Giovan Battista Marino, poeta amato da Monteverdi. Vi s’innesta, nella Scena IV, duettino, una fine piega psicologica tolta al Venere e Adone di John Blow, maestro di Purcell. Ne rimane un indizio nell’indicazione di tempo alla scena seguente (V, aria di Adone): caccia con 2 flauti obbligati.

Salvatore Sciarrino

 

photo: Luca Carrà © Rai Trade

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