Il pacifismo,  tema principale dell’opera, è affrontato attraverso il racconto di episodi storici avvenuti in epoche diverse,  partendo dall’antica Grecia fino ai giorni nostri. Sulla scena oltre ai cantanti anche un cantastorie, interpretato dal rapper Millelemmi, e un danzatore (Filippo Coffano Andreoli). I loro interventi collegano gli episodi. 

Unico allestimento scenico uno schermo su cui vengono proiettati dei graffiti che il writer Marco Tarascio (alias Moby Dick), all’esterno della sala, realizza in tempo reale ispirandosi a ciò che la musica gli suggerisce. Queste presenze insolite per la musica colta – spiega il compositore - hanno lo scopo di far dialogare la cultura hip hop con la tradizione secolare dei madrigali, le arie liriche, i cori.   

Lo specchio magico è il misterioso strumento attraverso cui un ragazzino può mostrare a quattro feroci tiranni il drammatico futuro che attende il pianeta..... è anche un viaggio che attraversa epoche diverse e unisce paesi distanti tra loro migliaia di chilometri, una riflessione sulla bellezza delle storie che raccontano la vita e un’emozionante parabola di speranza. 


Lo specchio magico 
(Urban Art Dance Opera) in tre atti
per rapper, soprano, 2 tenori, baritono, basso, voce/danzatore, coro misto, orchestra
Testo di Aldo Nove