L'opera è ispirata alla vita della poetessa russa Anna Achmatova (1889-1966), la cui voce è simbolo di libertà artistica e resistenza durante l'era sovietica. Il libretto, scritto da Paolo Nori con Fabrizio Sinisi, si sviluppa attraverso un linguaggio musicale che fonde lirismo, ritmo e introspezione. Diretto da Giulia Giammona, con scenografie di Lisa Behensky e costumi di Giada Masi, Anna A. è diretto da Anna Skryleva e interpretato dai musicisti dell'Accademia Teatro alla Scala. Il progetto incarna la visione di Colasanti di una musica che “testimonia il suo tempo”, in equilibrio tra immaginazione poetica e coscienza civica.
La storia assume la forma di un lungo flashback, in cui l'anziana Akhmatova ripercorre la sua vita, affrontando ricordi, amore, esilio e censura. La musica di Colasanti diventa una voce interiore, uno spazio in cui poesia e suono si intrecciano, rivelando sia fragilità che forza. Alternando passaggi cantati e recitati, la colonna sonora tesse un arazzo espressivo sospeso tra realismo e visione.
Presentazione dell'opera
Dietro le quinte
Intervista con Silvia Colasanti
Intervista con Paolo Nori
Dalla stampa
Il debutto di Anna A. [...] è stato un successo. Soprattutto per Silvia Colasanti, la prima compositrice a cui il Piermarini commissiona un'opera, assai applaudita non per questioni di genere ma per l'indiscutibile stoffa musicale.
La Repubblica
Un linguaggio che non consola ma commuove, ferisce. “Anna A.” parla alle scuole e alle università, certo; ma parla anche a chi si crede “adulto” e smaliziato. Perché ciò che porta in scena – la poesia oppressa e ostinata, il potere seduttore e feroce, la maternità come roccia, la comunità come coro – non appartiene a un’epoca: ci riguarda oggi, domani. E se è vero, come dice il Potere, che la libertà sarebbe “solo una parola”, allora il canto che qui la smentisce non è un ornamento, ma un atto civile in forma di poesia.
Huffington Post

Scrive grande musica di teatro chi sappia far aderire perfettamente il suono vocale e strumentale alla parola, creando atmosfere le più varie ma tutte integrate tra di loro lungo un percorso drammaturgico coerente, che la costruzione più complessa renda apparentemente semplice perché sempre seguibile: Silvia Colasanti lo sa fare, e benissimo.
Il Giorno
Partitura raffinatissima tutta costruita sulla parola, tra trascinanti aperture melodiche e melologhi calibratissimi... strumentata benissimo, e questo oggi succede sempre, ma scritta altrettanto bene per le voci, e questo non succede quasi mai.
La Stampa

Convince la prima assoluta dell’opera Anna A. [...] ha una struttura solidissima. [...] Silvia Colasanti ha la capacità di passare da una all'altra delle tre formulazioni con estrema lucidità e chiarezza, sempre misurando gli effetti sonori, anche quando ammicca al folkore russo.
Il Giornale della Musica
Silvia Colasanti giustappone con efficacia e sensibilità differenti piani, intrecciando canto e prosa. Una partitura intensa, affascinante, densa e drammatica, estremamentre sfaccettata e stratificata, raffinata ed emozionante.
Connessi all'Opera

Un’opera lirica che possa parlare a tutti, il valore inestimabile della poesia, il rapporto cruciale tra Arte e Potere, l’incombere tragico del totalitarismo..., il valore nostalgico ma necessario della memoria. Coerente e ben scavata l’intenzione sostanzialmente neoclassica della partitura di Silvia Colasanti che, servendosi di richiami evocativi magnetici seduce facendo leva spesso su materiali popolari impliciti.
Music Paper
foto: © Brescia e Amisano / Teatro alla Scala