Rientrato a Napoli dopo il soggiorno romano per la ‘prima’ dell’Olimpiade al Teatro Tordinona durante la stagione di Carnevale del 1735, Giovanni Battista Pergolesi si presentò al pubblico partenopeo con un nuovo lavoro,
Il Flaminio, una “commedeja pe’ mmuseca” su libretto di Gennarantonio Federico.
L’opera, seconda della stagione, venne rappresentata nel Teatro Nuovo sopra Toledo, luogo deputato – insieme al Teatro dei Fiorentini e al Teatro della Pace – all’allestimento di opere buffe, e ottenne generale applauso.
Per la realizzazione dell’edizione critica, curata da Ivano Bettin, ci si è avvalsi di due testimoni principali: la partitura autografa di Pergolesi conservata a Napoli presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” per il terzo atto e una copia completa manoscritta della partitura oggi nell’Archivio dell’Abbazia di Montecassino per i primi due.
L’edizione, articolata in due volumi, comprende, oltre alla partitura, un’introduzione storica, alcune note sulla fortuna dell’opera e gli interpreti, la riproduzione del libretto della prima rappresentazione, la descrizione delle Fonti e il Commento critico.
Giovanni Battista Pergolesi Il Flaminio
Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Battista Pergolesi
(Casa Ricordi in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi)
Edizione critica a cura di Ivano Bettin
NR 141985 - Partitura in due volumi
Immagine:
Dettaglio della prima pagina della partitura dell’atto terzo, l’unico sopravvissuto della partitura autografa di Pergolesi. Il volume è privo di frontespizio.
Napoli, Biblioteca del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella”, Rari 1.6.28 (olim 15.2.12, deinde 14.3.21), c. 1r.