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Filidei e Donatoni in prima

Filidei e Donatoni in prima

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Tito Ceccherini, con il pianista Maurizio Baglini, esegue Tre quadri, il nuovo concerto per pianoforte di Francesco Filidei, co-commissionato da Festival Milano Musica, Casa da Música of Porto, Warsaw Autumn International Festival of Contemporary Music. Also on the program is the Italian premiere of In Cauda III by Franco Donatoni – this year marks the 20th anniversary of the composer’s death, as we noted in a previous article.

Finalmente è arrivata l'opportunità di ascoltare questo concerto in sala, il 22 settembre al Teatro alla Scala. Tre quadri volerà poi a Porto, alla Casa da Música, per la sua prima portoghese ad ottobre.

Il concerto, highlight del Festival Milano Musica 2020, era stato trasmesso in live streaming da Rai Cultura il 12 novembre 2020, a porte chiuse. Il decreto governativo in quel momento aveva nuovamente chiuso le porte dei teatri, che non si erano però fatti cogliere impreparati e avevo subito riprogrammato le esecuzioni attraverso l'uso della tecnologia, rimodulando l'offerta musicale. 

 

Francesco Filidei - Tre Quadri (2020)

Concerto per Pianoforte ed Orchestra
I - November II - Berceuse III - Quasi una Bagatella
I - November: Co-commissionato da Milano Musica, Casa da Música of Porto, International Festival of Contemporary Music "Warsaw Autumn"
III - Quasi una Bagatella: Kompositionsauftrag des Gürzenich-Orchester Köln für “Die neue Akademie“ anlässlich Beethovens 250. Geburtstag

WP live streaming a porte chiuse: 12.11.2020 Torino, Auditorium Rai
WP con pubblico: 21.09.2021 Milan, Teatro alla Scala

OSN Rai - Tito Ceccherini, direttore - Maurizio Baglini, pianoforte

Partitura

 

Note del compositore

Scritti nel 2020, i lavori che compongono Tre Quadri vengono a formare un concerto per pianoforte e orchestra classico, con un ampio primo movimento di carattere instabile, un andante centrale dall’incedere quasi sospeso ed un finale allegro in forma di scherzo.

I – November

[…] Dai registri acuti e cristallini del pianoforte, seguendo in modo irregolare una scala cromatica discendente, si scoprono i registri gravi e profondi dell’orchestra, dai pianissimo impercettibili degli archi in tremolo sul ponticello si giunge attraverso graduali crescendo al reiterarsi di accordi dissonanti in fortissimo di tutti gli strumenti. Ai riflessi autunnali dipinti dall’orchestra, a una poesia di Edoardo Sanguineti e a una di Nanni Balestrini, al giorno dei Morti e a quello dei Santi, alla pioggia e al vino rosso è probabilmente debitore il nome di questo lavoro.

Il pezzo è dedicato a Maurizio Baglini e Tito Ceccherini.

II – Berceuse

In un movimento cullante di sette ottavi, la costruzione di questo breve pezzo è interamente basata sull’addizione delle dodici scale maggiori. […] Il pezzo non si muove da dove inizia, una vernice unica trasparente e lucida color verde chiaro lo copre interamente, lasciando filtrare evidenti venature chopiniane. Ho voluto dare con questo procedimento una luce diversa a quello che suona con un pezzo tonale (essendo al contempo seriale, “dodecafonico” e modale). In questo senso, il brano è per me una variazione di intenti e di visione della tradizione.

Il pezzo è dedicato a Jiji des Corsicarlins.

III – Quasi una Bagatella

Come affrontare un omaggio ad uno dei massimi compositori che siano mai esisti?

A questa domanda avevo già provato a rispondere orchestrando alcuni lavori organistici di Johann Sebastian Bach in Killing Bach. L’intento era stato quello di evidenziare le capacità costruttive bachiane provando a testarne la resistenza e aggredendole ogni volta in modo più subdolo e triviale.

Quando Patrick Hahn e Francois-Xavier Roth mi hanno chiesto di riflettere a un pezzo sul Concerto n.5 “Imperatore” di Beethoven mi sono reso conto quasi subito che l’operazione non poteva essere analoga: Bach costruisce, Beethoven distrugge.

Provare a distruggere un distruttore?

Lavorando intorno al problema e riducendolo all’osso, non c’è stato molto da scavare, i materiali impiegati da Beethoven sono in pratica scale e arpeggi. Da questi materiali sono quindi partito, immaginando di rimetterli in discussione in modo diverso dall’originale, ma cercando un afflato analogo. Al contrario Killing Bach, nel quale le citazioni dirette erano nate prima del loro trattamento, i riferimenti al concerto originale si sono incastrati in un’architettura dettata da scale ed arpeggi quasi archetipici. Dal titolo (che fa il verso a Fantasia quasi Sonata ma anche a Sonata quasi una Fantasia) alle tecniche pianistiche impiegate, si è affiancata, in modo un po’ beffardo e sornione, la figura del primo Franz Liszt, primo grande e storico profeta di Beethoven.

Francesco Filidei
dalle note al programma del 29° Festival Milano Musica
(edizioni Milano Musica/Teatro alla Scala)

 

Franco Donatoni - In cauda III (1996)

Terzo capitolo di una serie di composizioni orchestrali legate al proverbio latino In cauda venenum (Il veleno è nella coda), il lavoro è stato composto nel 1996 per il 400esimo anniversario della città di Valladolid, in Spagna, ed è proposto per ricordare il ventennale della scomparsa di Franco Donatoni.

«Tutto il discorso musicale si sviluppa attraverso dialoghi serrati tra coppie di blocchi timbrici distinti, con procedimenti che si fanno sempre più raffinati per l’abbinamento con altre contrapposizioni di tipo binario (forte-piano; arco-legno; staccato-legato; scale-accordi; accordi lunghi-brevi, etc.). Nell’epilogo i vari gruppi timbrici si fondono in un tutti orchestrale, seguendo vettori ascendenti e discendenti, fino agli ultimi accordi che risolvono a sorpresa su un grande unisono sul re.» - Gianluigi Mattietti

Vai alla partitura

Photo: Francesco Filidei / © Olivier Roller

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