Il 16 ottobre 2024 va in scena la prima esecuzione assoluta della nuova opera di Silvia Colasanti, L'ultimo viaggio di Sindbad, racconto musicale in sette quadri, su libretto di Fabrizio Sinisi liberamente ispirato a testi di Erri De Luca. L'opera è commissionata dal Teatro dell'Opera di Roma, e allestita in collaborazione con RomaEuropa Festival.
Questa prima esecuzione apre per la compositrice italiana una stagione già ricca d'impegni, che includerà il debutto americano con la Cleveland Symphony Orchestra diretta da Fabio Luisi a febbraio 2025, e la nuova opera per ragazzi commissionata dal Teatro alla Scala, Anna A.
World Premiere: 16 ottobre 2024, Roma, Teatro Nazionale
Enrico Pagano, direttore - Luca Micheletti, regia - Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma
Note della compositrice
L'ultimo viaggio di Sindbad è la storia di un viaggio in mare e di un viaggio interiore del protagonista alla ricerca di sé.
Attraverso diversi quadri, simili alle stazioni di una laica via crucis marittima, il viaggio in mare ripercorre l’ineluttabile narrazione che l'uomo da sempre fa della sua esistenza, siano le gesta di Ulisse, quelle di Achab sul Pequod, o quelle di di Dante e Virgilio, fino alle odierne e tragiche rotte sulle quali la cronaca non smette d’ informarci.
Il tragitto della nave di Sindbad prende spunto proprio dalla cronaca - dall'evento della migrazione, tra i più antichi dell'umanità, che ha permesso di rimescolare e fondere il diverso, favorendo la prosperità dell’ evoluzione e delle idee - per raffigurare una parabola, un percorso metastorico attraverso tempi, culture e interpretazioni diverse.
Attingendo soprattutto alle scritture bibliche - di cui Erri De Luca ha fornito alcune fondamentali traduzioni – la navigazione diventa simbolo di mitologie e di archetipi, sia letterari sia musicali.
Grande protagonista musicale è proprio il mare, evocato con i suoni nei suoi diversi aspetti. Così esso diviene di volta in volta minaccia nella burrasca, stilizzata attraverso fasce sonore magmatiche e astratte, senza tempo, liquida culla a cui affidare il bambino che viene partorito morto, accarezzato dalla voce materna di una ninna nanna, con l’orchestra trasformata in un antico strumento a plettro, oppure emblema di speranza, richiamato dalla nostalgia di un canto popolare che riporta i passeggeri alle proprie radici, teatro di preghiere e formule rituali, giungendo a trasfigurarsi in cielo nel finale onirico e fiabesco, in cui l'orchestra, come acqua, sovrasta a poco a poco le voci incredule di chi finalmente vede la terra.
Il flusso musicale racconta di passeggeri che arrivano da un “altrove” volutamente non definito, in cui strumenti tradizionali di culture diverse dialogano con l'orchestra e la scrittura vocale accoglie inflessioni ed echi popolari accanto alle forme di matrice operistica.
Un quadro è dedicato alla rappresentazione musicale della Memoria, che vede il venir meno dell’orchestra per lasciare spazio a un clima intimo di percussioni, arpa e coro di bambini, a simboleggiare quanto solo il ricordo possa generare consapevolezza.
Una trattazione particolare è riservata al coro, impegnato in un ordito contrappuntistico di tipo madrigalistico, che in base alle esigenze del momento scenico si fa personaggio o moderno coro greco intento a commentare le azioni in scena.
Il capitano Sindbad è la figura del consumato navigatore, del nocchiero infernale, inizialmente cinico e duro, con una vocalità aspra e grave, che si colora nel corso dell'opera di una perturbante malinconia. Ossessionato da fantasmi del passato, svela un'umanità inaspettata nel finale, non abbandona i suoi compagni di viaggio e - come un moderno Sindbad delle Mille e una notte - canta la forza e il valore del racconto, passando dal canto alla recitazione.
Al pari di Shehrazad, che guarisce il re di Persia dall'odio e dal rancore con l’antidoto della favola, la narrazione diventa gesto d’umanità e di salvezza.
Silvia Colasanti
Photo: Silvia Colasanti (c) Fabrizio Sansoni