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Alfano, Franco

(8 Marzo 1876 — 27 Ottobre 1954)

Franco Alfano è nato a Posillipo (Napoli) l’8 marzo 1876.
Iniziò gli studi a Napoli con Alessandro Longo per poi iscriversi al conservatorio di San Pietro a Majella, dove ebbe come insegnanti Camillo de Nardis e Pietro Serrao. 

Nel 1895 si trasferì a Lipsia, dove ebbe modo di approfondire lo studio del violino e della composizione con Hans Sitt e Salomon Jadassohn, per poi stabilirsi a Berlino l’anno seguente, intraprendendo la carriera pianistica ed esordendo come compositore per il teatro con l’opera Miranda (1898). A Breslavia (Polonia) la sua opera La fonte di Enschir (1898) non ottiene successo e dunque Alfano decide di trasferirsi a Parigi, dove nel 1899, riesce a far rappresentare a Les Folies Bergère suoi due balletti Napoli e Lorenza. I due balletti vengono bene accolti dal pubblico della capitale francese ed Alfano inizia a lavorare alla sua opera di maggior successo, Resurrezione, che completerà tra Mosca e Napoli e che verrà rappresentata al teatro Vittorio Emanuele di Torino il 30 novembre del 1904. Quest’opera denota i caratteri salienti dello stile di Alfano nella vena sanguigna ed esuberante delle idee, che fece catalogare il compositore come verista e gli diede fama internazionale.

Seguono in campo operistico Il principe di Zilah (1909) e L’ombra di Don Giovanni (1914), opere in cui è palese l’influenza di Claude Debussy e Richard Strauss.
Nel 1916 si stabilì a Bologna, dove divenne prima docente e poi direttore del conservatorio fino al 1923, quando si trasferì, con ruolo analogo, al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino; fu in questo contesto che Alfano ricevette l’incarico dalla famiglia Puccini e dall’editore Ricordi, su proposta di Arturo Toscanini, di completare l’opera Turandot, rimasta incompiuta a causa della morte di Puccini.

La leggenda di Sakuntala (1921) è l’opera che evidenzia più di tutte la sua maestria di compositore nella complessità delle tessiture così come nella resa dell’atmosfera esotica del soggetto. Anche qui l’influenza di Debussy rimane fondamentale, ma come uno sfondo su cui il compositore tesse una trama armonica del tutto personale. Nel 1936, a Roma, viene rappresentata per la prima volta Cyrano de Bergerac. Quest’opera segna il superamento della prima maniera verista di Alfano, già anticipato in La leggenda di Sakuntala, e qui definitivamente consolidato.
Questo passaggio si concretizza in una ricca orchestrazione dove si colgono reminiscenze tristaniane, ma soprattutto il sinfonismo leggero di certo Strauss, particolarmente lo Strauss del Rosenkavalier. Successo hanno anche le composizioni sinfoniche, come la Sinfonia n.1, Sinfonia Classica  e le liriche per voce e orchestra su poesie di Rabindranath Tagore. Lasciata Torino nel 1939, Alfano divenne sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo fino al 1942 e diresse il Conservatorio Rossini di Pesaro tra il ‘47 ed il ’50. 

Morì a San Remo il 27 ottobre del 1954.