Matteo D'Amico è nato a Roma (27 Giugno 1955); iniziò gli studi di composizione con Barbara Giuranna per poi iscriversi all’Accademia Santa Cecilia e proseguirli con Luigi Andrea Gigante, Guido Turchi e Irma Ravinale, diplomandosi in composizione e musica corale.
Dal 1981 al 1983 è stato allievo di Franco Donatoni a Siena e a Roma, conseguendo il diploma di merito dell'Accademia Chigiana ed il diploma di perfezionamento all'Accademia Santa Cecilia. Nel 1985 vinse il primo premio nei concorsi internazionali di composizione "Martin Codax" (Vigo, Spagna), "Valentino Bucchi" (Roma), "MC2-Radio France" (Avignone) ed in seguito molti suoi lavori cameristici e sinfonici sono stati eseguiti in Italia e all'estero, in particolare dalle orchestre della Radio Italiana (Roma, Torino e Napoli), Olandese (Radio Chamber Orchestra e Radio Philharmonic Orchestra) e Francese (Nouvelle Orchestre Philarmonique) e in numerose rassegne di musica contemporanea, tra cui "Opera prima" ('82), "Festival Internazionale Pontino" ('83 e '86), "International Gaudeamus Musikweek" ('84 e '86), "Nuova Consonanza" ('84 e '87), "Musica nel nostro tempo" ('89), "MIDEM" ('89), "Romaeuropa" ('86 e '92), "Festival Internazionale di Alicante" ('86).
Dal 1988, con
L'Azur (primo premio assoluto nel "Music Today Contest '89" di Tokyo, eseguito poi con grande successo a Roma, Torino, Praga e Atene), D’Amico intraprende un ciclo di lavori basati su testi di Stéphane Mallarmé,
fra cui i
Sonnets et rondels. E’ in questo periodo che inizia la sua ricerca verso una personale vocalità lontana da qualunque stereotipo.
Altrettanto rilevante è il suo rapporto con la poesia di W.H.Auden, da cui è nato
The Entertainment of the senses per voce femminile e strumenti, interpretato in prima assoluta da Luisa Castellani e dal Quintetto Bibbiena nel 2006 per la stagione dell’Accademia di Santa Cecilia; il compositore ne ha inoltre prodotto una versione radiofonica, intitolata
Auden Cabaret, che ha ricevuto una menzione speciale al Prix Italia 2006.
A partire dal 1990, l'attenzione del compositore si è rivolta ai rapporti tra musica, poesia, teatro e danza. Il suo debutto in campo operistico è avvenuto con
Gli spiriti dell'aria, operetta fantastica in un atto con Prologo, seguito dalla cantata scenica
Angelus novus (1992) e il "Mito in forma di musica"
La torcia e il melograno (1994). Successivamente ha composto tre atti unici:
Farinelli, la voce perduta e
Amin (entrambe del 1996) e
Il cambio (1998). La produzione operistica più recente comprende
Patto di sangue (2008), e
Le Malentendu, dalla tragedia di Albert Camus.
Nel campo della danza ha scritto i balletti
Mascherata veneziana, omaggio a Goldoni e Galuppi (1993),
La Ronde tratto da Schnitzler (1995),
Le Baccanti (1997) e
Animae corpus (1999).
D’Amico ha rivolto un’attenzione particolare anche alla musica sacra componendo due mottetti per soprano e archi
Jubilate Deo (1997) e
Attende Domine (1999)
, un
Sanctus per soli e orchestra, che è parte integrante del
Requiem per le vittime della mafia (opera collettiva realizzata nel 1993 insieme con altri sei compositori italiani), uno
Stabat Mater (1999), e la cantata
La morte secunda, su un frammento del Cantico delle Creature di San Francesco, per tenore, mezzosoprano e gruppo strumentale.
In campo sinfonico si segnalano
Rime d'amore, su poesie di T.Tasso (1998),
Verdi versus Wagner, (2001),
Le creature di Ade (2004).
E’ titolare della cattedra di composizione presso il Conservatorio "Santa Cecilia” di Roma. È Accademico dell'Accademia Filarmonica Romana, istituzione della quale è stato direttore artistico dal 1987 al 2000. Dal 2000 al 2002 è stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna. Dal 2006 è Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Matteo D'Amico