(11 Febbraio 1934 – 09 Ottobre 2000)
Francesco Pennisi è nato a Acireale da un’antica e nobile famiglia siciliana cultrice delle arti. Ha praticato fin dalla giovinezza la musica e la pittura. Anche quando la sua vocazione compositiva ha assunto caratteri di definitività, egli ha tuttavia continuato a dipingere e soprattutto a disegnare, senza peraltro molto concedere nelle sue partiture a “grafismi” interni.
Nel 1953, dopo gli studi liceali, si trasferisce a Roma dove frequenta l’università e inizia anche a studiare composizione con il musicista americano Robert Mann. Nel 1962 esordisce alle “Giornate della nuova musica” di Palermo con
L’anima e i prestigi per contralto, tromboni e percussione, e subito dopo diviene uno dei principali promotori dell’Associazione “Nuova Consonanza”, nata a Roma con lo scopo di promuovere l’esecuzione e l’ascolto della musica contemporanea internazionale.
Anno dopo anno, le opere del compositore siciliano vengono sempre più eseguite in numerosi centri e festival italiani e stranieri (Festival di Royan, Hilversum, Biennale di Venezia, Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, ecc.).
Dopo aver vissuto con attenzione ma anche con sottile distacco e riserbo le vicende delle avanguardie musicali europee e americane degli anni ‘50 e ‘60, Pennisi è pervenuto a una raffinata scrittura personale nella quale sembrano da tempo confluire e perfettamente saldarsi suggestioni stilistiche diverse: la fluidità del suono debussyano e la parsimonia di Webern, certi “gesti” fonici e formali di un Ives (e persino, marginalmente, di Cage), e la “libertà vigilata” delle figure musicali dell’ultimo Petrassi, con le loro geometrie nascoste.
Ha scritto il musicologo Mario Messinis:
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Francesco Pennisi persegue una via solitaria e silenziosa che sfugge a qualsiasi sommaria classificazione. […] Dove si colloca questo siciliano che elabora come un orafo i propri materiali e li imbriglia in strutture nitidissime, tuttavia sempre aperte sul mondo dell’irrazionale? […] Questo artista costruisce miniature ordinate, che paiono conchiuse in se stesse, ma che poi si accendono di riflessi illusori, come specchi semoventi che annullano, di momento in momento, una realtà solo apparentemente definita. […] Il mondo di Pennisi è inaccessibile, delicatamente sfingeo, pagine aeree che librano nel vuoto".
Pennisi si è spento a Roma il 9 ottobre 2000.
Le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi, Suvini Zerboni e Edipan.