(11 luglio 1892 - 25 marzo 1965)
Ghedini inizia lo studio del pianoforte e dell’organo a Cuneo, per poi trasferirsi a Torino nel 1905 dove studia violoncello, armonia e contrappunto presso il Liceo musicale. Successivamente studierà privatamente con il maestro Giovanni Cravero e poi con Marco Enrico Bossi presso il liceo musicale di Bologna dove si diploma nel 1911.
Svolge attività di maestro e di direttore d’orchestra entrando in contatto con personalità di spicco della vita musicale torinese. Dopo questo primo periodo si dedica principalmente all’attività di insegnamento alla scuola municipale di canto corale di Torino, al Conservatorio di Parma e al Conservatorio di Milano.
Soltanto dal 1920 rende pubblica la sua attività compositiva; nel 1921 compone la cantata spirituale
Il pianto della Madonna e il
Doppio quintetto ispirato ai modelli di scrittura concertante barocca. Nel 1926 scrive
Partita e dichiara il suo rifiuto al sinfonismo ottocentesco.
Compone anche molte opere sacre ispirandosi ai testi biblici, liturgici e di poesia medievale. Esempi sono
Missa monodica in honorem S. Gregori Magni del 1932,
Concerto spirituale “De l’incarnazione del verbo divino” del 1943 e il
Credo di Perugia del 1962.
La prima opera teatrale è
Maria d’Alessandria eseguita il 9 settembre del 1937 al Teatro delle Novità a Bergamo. Con
Architetture del 1940 raggiunge il successo internazionale, con una scrittura modernista ispirata ai modelli di Stravinskij e Bartòk, insieme all’opera
Concerto dell’albatro del 1945.
Dal secondo dopoguerra è sostenuto dalla Casa Ricordi e dalla Rai ed è al centro della musica italiana. Sono di questo periodo i concerti
Il Belprato del 1947,
L’Alderina del 1950,
Il Rosero del 1950 e
L’Olmeneta del 1951. Nelle sue ultime composizioni appare una conversione al sinfonismo ottocentesco, come nel
Concerto per orchestra del 1955.
Nel 1952 riceve il Premio Italia della Rai per l’opera radiofonica
Lord Inferno, su libretto di Antonicelli.
Ghedini si spegne a Nervi il 25 marzo 1965.