Tutto su Atlántida
Atlántida. Cantata scenica in un Prologo e 3 Parti sul poema di M.J. Verdaguer (adattato da M. de Falla - originale in catalano). Opera postuma completata da Ernesto Halffter. Versione ritmica italiana di Eugenio Montale.
1ª rappresentazione in versione scenica: Milano, Teatro alla Scala, 18 giugno 1962 - direttore Thomas Schippers
1ª esecuzione in forma concertistica (secondo una nuova revisione di Ernesto Halffter) - versione “Lucerna”: Lucerna, 9 settembre 1976 - direttore Jesús López Cobos
1ª rappresentazione (con l'aggiunta di 20' alla versione “Lucerna”) - versione “Madrid”: Madrid, Teatro Real, 20 maggio 1977 - direttore Rafael Frühbeck de Burgos
IL CORIFEO, br. - PIRENE, c. - GERIONE, 2 t. e 1 br. - LA REGINA ISABELLA, s. - Il ragazzo, voce bianca - Ercole (Alcide), mimo - Le sette Pleiadi: Maia, s. - Aretusa, s. - Caleno, s. - Eriteia, ms. - Elettra, ms. - Esperetusa, c. - Alcione, c. - Una dama di corte, c. - Il gigante, br. - Il capo degli Atlantidi, t. - L'Arcangelo, t. e c. - Cristoforo Colombo, mimo - Un paggio, voce bianca
Coro: uomini, donne, ragazzi e coro parlato
Organico: 3 (III anche ott.).3 (III cor.i.).3 (III cl.b.).3 (III anche cfg.) / 4.4.3.3 (2 tu.t. e 1 tu.b.). / timp.
rag. cast. trg. tmb.no tmb. c.r. frst. guiro eolifono 3 bongos t.-t. p. g.c. glock. xyl. vibr. cmp. cel. 2 a. 2 pf. / archi
Strumenti sul palco: 2 cor. t-t. timp.
Partitura (versione “Lucerna”)
Riduzione per canto e pianoforte a cura di E. Halffter (versione “Lucerna”)
Partitura (versione “Madrid”)
La versione “Madrid” differisce dalla versione “Lucerna” nella parte centrale che fu modificata e ampliata.
Libretto
Prefazione alla versione di Lucerna
La versione chiamata “di Lucerna” viene a riempire un vuoto e a chiudere una lunga discussione sulla versione definitiva di questa opera postuma di Manuel de Falla, che per lunghi anni è rimasta fra il genere operistico e sinfonico e fra diverse versioni da concerto.
I miei primi contatti con
Atlántida, come direttore d’orchestra, risalgono agli inizi del 1975, quando la Radio di Colonia mi parlò del desiderio di organizzare una versione di
Atlántida in concerto. Io sapevo che Ricordi, Ernesto Halffter e gli eredi di Manuel de Falla, fin dal 1972, avevano in programma di realizzare una nuova versione di
Atlántida, per darle una forma definitiva, più vicina all’oratorio che alla cantata scenica, poiché sotto quest’ultimo aspetto il lavoro non sembrava potersi aprire la strada che i suoi pregi musicali meritavano.
L’iniziativa della Radio di Colonia e il progetto di presentare l’opera al Festival di Lucerna nel 1976 mi indussero a rivolgermi a Ernesto Halffter.
Nel 1975 e nel 1976 ebbi con Ernesto Halffter rapporti costanti, durante i quali imparai a conoscere e ad amare
Atlántida, e al tempo stesso a comprenderne i numerosi problemi. Tali problemi traggono origine unicamente dalla condizione di incompiutezza in cui don Manuel lasciò quello che sarebbe stato il coronamento della sua opera di compositore. La meticolosità del maestro è ben nota a tutti. Colui che impiegò due anni per scrivere l’accompagnamento delle sue
Siete canciones populares españolas avrebbe certamente avuto bisogno di molti anni per portar a termine
Atlántida. E la salute precaria di don Manuel, negli ultimi anni della sua esistenza, non glielo consentì. Così
Atlántida ci pervenne tronca.
Fin dal primo momento per me fu chiaro che la qualità fondamentale della versione definitiva doveva consistere nella massima approssimazione possibile a quanto don Manuel aveva lasciato scritto. In questo senso, il lavoro di Ernesto Halffter è stato enorme. Non si trattava soltanto di riordinare bozzetti o completare la strumentazione di pezzi scritti appena parzialmente. È noto che il piano originale di de Falla era esteso, e a questo cercò di adeguarsi Ernesto Halffter nella sua prima versione scenica, per la quale dovette creare scene complete. La decisione da prendere nel 1975 era di rielaborare questa prima versione e, senza disperdere l’essenza del poema e il suo filo narrativo, presentare un’
Atlántida il più vicina possibile a quella che don Manuel ci lasciò scritta, alla sua morte.
Il corpo centrale (la cosiddetta Parte Seconda, dopo il 1976) è quello lasciato più incompleto da de Falla: consiste soltanto di appunti sparsi. Sia il Prologo, orchestrato quasi totalmente da de Falla, sia le Parti Prima e Terza avevano raggiunto, alla morte del maestro, un grado avanzato di realizzazione (erano strumentate in parte, o almeno in piccola parte). L’inclusione del Prologo, della Parte Prima e della Parte Terza nella versione di Lucerna era quindi ovvia. E, esaminando i numeri della Parte Seconda rilevati in questa versione del 1976, si nota che sono sette, in confronto ai diciassette della versione rappresentata alla Scala nel 1962, o ai dodici della versione di Madrid del 1977. La versione di Madrid amplifica, inoltre, quattro dei numeri già esistenti nella versione di Lucerna. Di conseguenza, la versione di Lucerna è quella che più si avvicina, almeno quantitativamente, a ciò che de Falla lasciò scritto, nello stato di attuazione maggiormente avanzato. I sette numeri della Parte Seconda in essa raccolti assicurano la continuità del filo narrativo, e tolgono al lavoro quel carattere di frammento di cui avrebbe certamente sofferto, senza questa Parte Seconda.
D’altro canto, la decisione di Ernesto Halffter, in contrasto con quanto aveva fatto nella versione del 1962, cioè di uniformare la strumentazione delle Parti Prima, Seconda e Terza a quella del Prologo, per quanto concerne il piano strumentale, fu un successo assoluto.
È comprensibile che Ernesto Halffter, tutto preso dalla missione di completare
Atlántida, abbia cercato di portar a termine nella sua totalità l’ambizioso piano del suo maestro. Ma, dopo aver conosciuto le diverse versioni dell’opera, mi sono totalmente convinto che quella del 1976 è la più adatta a far risorgere quest’
Atlántida “sommersa”. In questa sta l’essenziale di
Atlántida, e i valori musicali dell’opera meritano qualsiasi sforzo si faccia per farla conoscere in questa versione definitiva.
Jesús López Cobos
Losanna, novembre 1993