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Puccini, Giacomo

(22 Dicembre 1858 - 29 Novembre 1924)

Ultimo di una dinastia
Discendente da una famiglia di musicisti, quinto di sette figli, rimase orfano del padre all'età di sei anni. Da uno zio materno ebbe i primi insegnamenti musicali; proseguì poi gli studi con Carlo Angeloni, direttore dell'Istituto musicale “Pacini”, e svolse anche attività di organista in chiese di Lucca e dintorni. Nella composizione si cimentò solo verso i sedici anni, ma già nel 1876, dimostrò i progressi compiuti con un Preludio sinfonico, seguito, l'anno dopo, da una cantata I figli d'Italia bella per voci sole e orchestra.

L'approdo a Milano
Nel 1878 compose un Motetto e un Credo che inserirà, due anni più tardi, nella cosiddetta Messa di Gloria. Ma era soprattutto il teatro ad attrarlo in modo particolare (una Aida, cui assistette a Pisa nel 1876, fu per lui una vera rivelazione); si trasferì quindi a Milano nel 1880, anche ambendo a una più intensa vita musicale, e qui, grazie a una borsa di studio della regina Margherita, si iscrisse al Conservatorio dove ebbe come maestri Bazzini e Ponchielli. Si diplomò nel 1883, presentando al saggio finale del Conservatorio il Capriccio sinfonico, il cui tema riprenderà poi in Bohème.

Una sconfitta... fortunata, e gli esordi
Nello stesso anno scrisse per il concorso del "Teatro Illustrato" di Sonzogno la prima opera Le Villi. Non vinse, ma l'opera venne ugualmente rappresentata al Teatro Dal Verme di Milano nel 1884, grazie a una sottoscrizione di amici capeggiati da Boito. Giulio Ricordi acquista subito la proprietà della partitura e commissiona a Puccini una seconda opera per la Scala, fissandogli uno stipendio di 200 lire mensili per un anno. La seconda opera sarà Edgar (Scala 1889). Ma il vero successo Puccini l'otterrà solamente con Manon Lescaut (Torino 1893) e con Manon si affermano i tipici elementi del teatro pucciniano, cioè della fase conclusiva del melodramma italiano ottocentesco: il melodramma lirico-sentimentale-borghese.

La piena affermazione
Seguono infatti le 4 opere della maturità: Bohème, Tosca, Madama Butterfly e Fanciulla del West; le prime tre affidate per il libretto al binomio Illica-Giacosa e scritte con una certa rapidità, salvo l'interruzione per Butterfly prodotta da un incidente automobilistico (1903) e dal diabete che tenne a lungo invalido il compositore. La quarta preparata laboriosamente da Zangarini e Civinini è indicativa delle difficoltà che d'ora in poi incontrerà il musicista: da un lato la ricerca affannosa di un libretto e di un poeta, dall'altro l'ansia di aggiornarsi tecnicamente agli esperimenti d'avanguardia parigini e viennesi. Durante la guerra mondiale scrive Rondine, un'opera che, derivata dall'idea iniziale di un'operetta, rimane ibrida fra i due generi. Poi sono i tre atti unici che compongono il Trittico e infine, dal luglio 1920 fino alla morte, lavora alla partitura di Turandot, che non riuscirà a portare a termine. Un cancro alla gola, manifestatosi al principio del 1924, lo condurrà alla morte in una clinica di Bruxelles, dopo un doloroso e vano intervento chirurgico. La partitura di Turandot sarà completata da Alfano e l'opera verrà eseguita per la prima volta alla Scala nel 1926 sotto la direzione di Toscanini.



Opere teatrali

1884
        • Le Villi (F. Fontana – Milano, Teatro Dal Verme)
1889
        • Edgar (F. Fontana – Milano, La Scala)
1893
        • Manon  Lescaut (M. Praga, D. Oliva e L. Illica – Torino, Teatro Regio)
1896
        • La  bohème (G. Giacosa e L. Illica – Torino, Teatro Regio)
1900
        • Tosca (G. Giacosa e L. Illica – Roma, Teatro Costanzi)
1904
        • Madama Butterfly (G. Giacosa e L. Illica – Milano, La Scala; poi rimaneggiata, Brescia, Teatro Grande)
1910
        • La fanciulla del West (G. Civinini e C. Zangarini – New York, Metropolitan)
1917
        • La rondine (G. Adami, Montecarlo – Teatro del Casino)
1918
        • Il trittico:
             Il tabarro (G. Adami)
             Suor Angelica (G. Forzano)
             Gianni Schicchi (G. Forzano) (New York, Metropolitan)
1926
        • Turandot (R. Simoni e G. Adami – Milano, La Scala)

Inoltre:

1880
        • Messa per soli e orchestra (detta Messa di Gloria)
1883
        • Capriccio sinfonico
1890
        • Crisantemi per quartetto
1896
        • 3 Minuetti per quartetto
1905
        • Requiem a 3 voci e organo
        • Pezzi per canto e pianoforte, e poche composizioni giovanili sacre e sinfoniche manoscritte.